Regia di Alexey Nuzhny vedi scheda film
Colossal "incendiario", se così si possono definire i film di incendi, prodoti negli Stati Uniti molti decenni prima di questo.
Devo dire che mi ha stupito in positivo, perché mi aspettavo un colossal mediocre in formato esportazione, con grandi dimensioni produttive ma poca sostanza. Invece è una discreta pellicola, sia dal punto di vista spettacolare (che non manca), che da quello drammatico.
I personaggi non sono monodimensionali, ma “increspati” quanto basta. E tra i numerosi attori ve ne sono alcuni di buoni.
Quanto al fuoco stesso, il regista traccia un parallelo tra le sue molto diverse declinazioni: quello confortevole e persino poetico di un caminetto in casa, quello suggestivo e che unisce di un falò tra le tende, il banale fiammifero, e quello distruttivo e catastrofico dell'incendio del bosco.
Dopo il fuoco, che è il protagonista, i più importanti sono i pompieri, di cui viene esaltato il coraggio, il senso di solidarietà del corpo, e la dedizione nell'aiutare la popolazione. Dopo tutto, anche nel resto del mondo si parla male di tante categorie e professioni, ma quasi mai dei pompieri, perché sono difficilmente criticabili.
Le banalità vengono sempre evitate, lo spettacolo non manca, come pure la suspense, e il lato drammatico delle vite dei personaggi è rappresentato con sufficiente consistenza.
Ci sono delle approssimazioni nella descrizione del fronte dell'incendio, e della via di fuga seguita dagli abitanti del villaggio. Questo lato della vicenda si poteva contestualizzare un po' meglio.
È stato girato in Karelja, la regione boschiva nel nord-ovest della Russia.
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