Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Due ragazze vengono brutalmente assassinate; sul luogo del delitto il killer lascia una piccola mezzaluna d'argento. Una terza donna riesce a salvarsi e Mario, suo marito, comincia a indagare sull'omicida seriale in parallelo alla polizia. I cadaveri si moltiplicano, ma Mario è sulla strada giusta.
Dopo i primi exploit argentiani, il thriller si diffuse rapidamente sui grandi schermi nostrani; Umberto Lenzi, però, aveva già girato in precedenza lavori di simile stampo, intrisi di tensione e sangue. Questo Sette orchidee macchiate di rosso prende spunto dai titoli dei primi, coevi film di Dario Argento (L'uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code), ma mostra molta meno inventiva di quelli sia dal punto di vista formale che sul piano dei contenuti, sebbene la risoluzione finale dell'intreccio misterioso sappia essere quantomeno bizzarra. In ogni caso, in un periodo in cui il genere spopolava e produceva pellicole molto simili fra loro a iosa, e improntate sempre più al 'poveristico', i lavori di Lenzi si distinguono sempre per la sufficiente cura; qui il regista toscano scrive la sceneggiatura insieme a Roberto Gianviti e ha a disposizione un cast ben assortito, con in prima linea Antonio Sabato, Rossella Falk, Claudio Gora e Pier Paolo Capponi, e nelle retrovie, cioè in ruoli di minor importanza, Nello Pazzafini, Marina Malfatti, Gabriella Giorgelli, Marisa Mell, Enzo Andronico e Franco Fantasia. Non è il miglior thriller di Lenzi, ma neppure un prodottino dozzinale da buttar via; non al massimo delle sue possibilità (immense, d'altronde) Riz Ortolani, autore della colonna sonora. 3,5/10.
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