Regia di Giovanni Fago vedi scheda film
Delirante è la parola più azzeccata. Ma non è mica dispreggiativa. Non solo Nora Orlandi riesce con le sue musiche a portarci in una pellicola di dolore, ma ci riescono anche le numerose soluzioni registiche. Dalla crudeltà di tante scene, dai dialoghi da explotation (o barocchi per fare gli intellettuali...sì proprio quelli che ci sputano addosso), alla disperazione dei paesaggi come dei personaggi, immersi appunto in un ambiente da incubo, avvicinabile al western classico e moraleggiante degli americani, ma che non lo è. E' un lontano ovest fatto di un sole accecante, di ambienti vasti e devastati, come i personaggi. Il carattere delirante accompagna l'amore-odio dei due fratelli fino al climax più alto: il duello finale nella città fantasma. Un duello che sputa sulle regole della grammatica western proponendo solo i primi piani dei due pistoleri (Garko e Camaso), senza inquadrare nient'altro, fino a quando non si avvicinano, moribondi, per l'abbraccio finale.
Con un antologico inizio quasi da film horror (non si vede Garko ma se ne sente la presenza; le bare, lui che esce dalle bare...), fa la sua comparsata il mitico Fernando Sancho. Poi, incredibilmente bravo, abbiamo quella maschera di Piero Lulli a impensierire per un quarto del film il nostro anti-eroe alla Clint Eastwood. Come nel precedente "10.000 Dollari per Un Massacro" le donne muiono, rompemdo i sogni e l'equilibrio di amore del protagonista. Il dolore che ne scaturisce, non solo pervade tutti i personaggi dei film, ma si rispecchia nei paesaggi e nella messa in scena alientante, delirante e disperata. Ottimo.
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