Regia di Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti) vedi scheda film
Una delle tante spy-story realizzate in Italia negli anni 60' (la prima che vedo per intero) che cercavano di sfruttare il grande successo delle pellicole che vedevano protagonista l'agente segreto britannico James Bond, interpretato dall'ineguagliabile Sean Connery. Qui troviamo invece Bob Fleming, ovvero l'agente 077 del controspionaggio americano, interpretato dal belloccio e atletico Richard Harrison, attore d'oltreoceano che troverà terreno fertile nel cinema di genere del nostro paese, che si trattasse di film peplum, spaghetti-western, o come in questo caso di spionaggio. Rifiuto' persino il ruolo da protagonista in PER UN PUGNO DI DOLLARI a causa del poco generoso compenso, spianando così la strada a Clint Easthwood e contribuendo a farlo diventare una star. E se avesse accettato? Gli ingredienti di questo spionistico diretto dal tuttofare Antonio Margheriti sono sostanzialmente i medesimi dei film diretti precedentemente da Terence Young e Guy Hamilton: luoghi più o meno esotici, belle donne (le nostre Wandisa Guida e Maria A. Golgi non hanno nulla da invidiare alle tradizionali Bond Girl), scazzottate, sparatorie e personaggi doppiogiochisti. I problemi si ritrovano nel limitatissimo budget, in un soggetto assolutamente anonimo e puramente pretestuoso e un protagonista inespressivo che non possiede un briciolo di carisma, specie se paragonato al James Bond dell'epoca. Situazioni come la lunga rissa nella taverna che servono solo a cercare di riempire (con oltretutto patetici tentativi di umorismo) una sceneggiatura che riesce a stento ad arrivare fino alla fine. Resta giusto il mestiere del regista che riesce a malapena a limitare i danni. Per soli ultrasettantenni molto nostalgici.
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