Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
L'ultimo film di Frankenheimer, se escludiamo un corto con Tomàs Milian e il tv movie su Lindon Johnson, è divertente e ben girato nonostante sia più che consolidata l'arte provincialista di sminuire sempre i lavori di chi è stato grande e forse non lo è più. La senilità si fa sentire anche a 20 anni se non si ha lo spirito giusto. Il regista di "Il Braccio Violento della Legge II", di "Operazione Diabolica", "Va e Uccidi" e così via, questo spirito giusto ce l'ha. Dopo il flop de "L'Isola del Doctor Mureau" che va comunque rivalutata in fretta, ritorna alla grande sia con "Ronin" che con questo "Reindeer Games", se non erro uno scherzo che si fa a Natale o robe del genere. E di scherzo si tratta anche il film. Un gioco di specchi e controspecchi. Chi è veramente chi? O più in generale, e più profondamente, cosa è veramente cosa? E' davvero ciò che è? Il mondo che vediamo è davvero ciò che vediamo o ci sono più letture? Il grande lavoro artigianale di Frankenheimer non si vede solo nella struttura del film, sia narrativa che tecnica, con un bel montaggio ed inquadrature azzeccate, ma si vede anche nella direzione degli attori. Su tutti Affleck, in quella che è la sua prova migliore. Da sempre attore posticcio e poco carismatico, sotto la mano di Frankenheimer riesce a dare il meglio di sè. Una crime-story che avrà pure poche pretese sulla carta, ma che si rivela, come "Ronin", un gioco cinematografico tra i migliori.
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