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Galline in fuga

Regia di Peter Lord, Nick Park vedi scheda film

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La recensione su Galline in fuga

di FilmTv Rivista
8 stelle

In “Galline in fuga” c’è il sapore del cinema epico di “Stalag 17” e “La grande fuga” che, prendendo spunto dagli eventi della Seconda guerra mondiale, inneggiava alla dignità e alla libertà dell’uomo. Nick Park e Peter Lord hanno deciso di rispolverarlo per il loro primo lungometraggio e al posto dello Stalag 17 hanno messo la Stia 17. Infatti per questa visione in stop-motion della prigionia, i coniugi Tweedy prendono il posto dei nazisti, e un pollaio intero di plastilina quello dei prigionieri, dando vita a 85 minuti di grande intensità comica ed emotiva. È la gallina Gaia che cerca di scuotere l’apatia delle compagne e di un vecchio gallo ex pilota della Raf, quando scopre che i Tweedy stanno architettando una ristrutturazione del pollaio, che li porterà direttamente dalle stie agli sformati di pollo Tweedy. L’aiuto decisivo per la grande fuga dal pollaio-lager arriva dal cielo, sotto le spoglie del simpatico fanfarone Rocky, un gallo volante americano che diventa rapidamente l’idolo delle pollastrelle. La tecnica dell’animazione stop-motion dello Studio Aardman ha raggiunto un livello straordinario che permette ai registi di osare inquadrature e un montaggio da blockbuster, comunque il pollaio non vale ancora la genialità dei personaggi di Wallace & Gromit, probabili protagonisti del prossimo film dello Studio.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 52 del 2000

Autore: Fabrizio Liberti

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