Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Poco più di un mediometraggio, questo film tv di Fulci è un'opera poco televisiva e molto cinematografica. Il "nostro" non rinuncia allo splatter artigianale (evidente la sua "firma" nella scena dell'estirpazione dell'occhio di una vittima) e neppure agli effetti visivi (fiammelle che fluttuano in aria, ectoplasmi azzurri che oscillano per la casa) che, visto il format, reggono anche abbastanza bene.
Lo script, da principio, sembra voler scimmiottare opere come "Amityville Horror", poi, per fortuna, prende una piega tutta sua.
Fulci caratterizza il tutto con un'atmosfera di profonda tristezza (caratteristica comune a tutti i suoi ultimissimi film, che potremmo definire incentrati sulla solitudine, la morte e il desiderio di sapere cosa si nasconde oltre la porta che separa i vivi dai trapassati). Tale sensazione non viene scalfita dai toni grotteschi dissiminati per la sceneggiatura e dalla spensieratezza dei due giovanissimi protagonisti.
L'epilogo è notevole, anche da un punto di vista contenutistico e critico a un certo atteggiamento iper razionalista dell'uomo, ma soprattutto riesce a colpire per il suo tocco che definirei fiabesco e, a suo modo, poetico.
Di spessore, come sempre, la regia. Un po' raffazzonata la fotografia, bene, invece, la colonna sonora.
Si segnala, tra i protagonisti, una giovanissima Ilary Blasi.
Non male anche se, a mio avviso, pecca di qualche battuta di arresto, Voto: 7-
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