Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film
La tetralogia di Sartana, poker di titoli diretti da Giuliano Carnimeo sotto lo pseudonimo di Anthony Ascott, viene girata tutta in poco più di un anno, fra il 1969 e il 1970. Si tratta di quattro pellicole che non hanno neppure più di tanto da spartire l'un l'altra, se non fosse per il protagonista: un pistolero interpretato 3 volte su 4 da Gianni Garko. La quarta il posto va a George Hilton, a testimonianza di quanto fossero interscambiabili tutti i ruoli in questo tipo di produzioni seriali, sbrigative e raffazzonate; concetto facilmente desumibile inoltre dal continuo avvicendarsi degli sceneggiatori (qui sono Roberto Gianviti e Giovanni Simonelli) e dal fatto che in quello stesso periodo vennero girati da altri registi altri film con al centro la figura (e nel titolo il nome) di Sartana. Carnimeo ha un discreto mestiere e soprattutto lo sfoggia nel genere spaghetti western, grazie al quale in quegli anni era riuscito a emergere; la sovrappopolazione del filone però non lascia scampo: rari sono i prodotti degni di nota in un oceano di luoghi comuni assemblati alla bell'e meglio per poterne fare un film. E anche qui in effetti di sorprese ce ne sono ben poche. Fotografia di Stelvio Massi (che sta per passare alla regia) e musiche di Bruno Nicolai (anch'egli ha fatto di meglio). In parti secondarie troviamo Daniela Giordano e Ivano Staccioli: il livello è quello che è. 3,5/10.
Sartana assiste alla barbara uccisione del cercatore d'oro Benson; indignato, va a fare giustizia degli assassini.
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