Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
In Valtellina un gruppo, eterogeneo per età, di amici e studiosi di speleologia, deve rinunciare a tornare a casa come previsto in seguito ad una gita, a causa dell'interruzione della strada principale dovuta ad uno smottamento. Nel tentativo di raggiungere il primo paese a disposizione ove trovare riparo presso un albergo, si imbattono nell'insegna spenta di un vecchio albergo isolato, dal cui interno improvvisamente scorgono una luce. Un uomo infatti si presenta dinanzi all'uscio e li invita ad entrare.
Il gruppo si fa convincere a trascorrere la notte in quella magione, non sapendo che in quel posto, per tutti gli abitanti della zona ritenuto abbandonato, vent'anni prima una strage della follia ha posto fine ad una intera famiglia, i cui fantasmi sopravvivono tra le mura di quel sinistro edificio.
Film(etto) concepito per la TV sulla scorta di un progetto-poker dal titolo "Le case maledette", diretto dalla coppia registica Umberto Lenzi (oltre a questo è suo pure La casa del sortilegio) e Lucio Fulci (suoi La casa nel tempo e La dolce casa degli orrori), ha avuto in seguito problemi di censura ed è risultato troppo violento per essere trasmesso in televisione. Risultato: tutti e quattro i film uscirono direttamente in VHS, ognuno slegato uno dall'altro.
La casa delle anime erranti ha dalla sua una certa originalità di contesto, che privilegia gli sfondi grigi e lugubri di un ambiente montano che non ha nulla di ameno: gli esterni, spacciati per Valtellina, sono in realtà stati recuperati nella provincia di Pesaro-Urbino. E la cattiveria che lo ha reso imprensentabile in tv: in una scena scult&weird il bambino-mascotte del gruppo viene letteralmente decapitato da una lavatrice satanica.
Di contro, sconta spesso dialoghi banalissimi se non triviali, ed una recitazione del tutto approssimativa e superficiale che è piuttosto insolito riscontrare in Lenzi - non proprio un autore fine - ma attento a non oltrepassare i limiti della decenza: nemmeno un'attrice di solito efficace come lo è quasi sempre stata Stefania Orsola Garrello, qui sembra a suo agio, mortificata da battute davvero piatte e dialoghi banalissimi. Nella parte di una vivace e bella giornalista di una TV locale appare pure Licia Colò, futura regina dei programmi tv a sfondo ecologico-animalista, qui bella ragazza in carriera.
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