Regia di Romolo Guerrieri vedi scheda film
Dopo una serie di lavori commerciali dagli esiti altalenanti, fra commedia balneare (Bellezze sulla spiaggia, 1961) e western (10.000 dollari per un massacro, 1967), ecco che Guerrieri vira verso il poliziesco: e realizza un lavoro assolutamente dignitoso, con un cast di buon livello e una storia compatta, funzionante, per un giallo dall'approccio sociologico. La tesi di fondo è prettamente chabroliana, rovistando nello squallore della borghesia, ma sostanzialmente la (sofisticata quanto basta, a un passo dal divenire cervellotica) trama regge anche a prescindere dalle eventuali implicazioni socio-antropologiche. Neo principale dell'operazione, un protagonista non molto ispirato come Franco Nero, che nei panni del detective corrotto non fa che gigioneggiare in una maniera alla lunga insopportabile; per il resto Adolfo Celi, Florinda Bolkan e Delia Boccardo sono tutti nomi - per le più disparate motivazioni, come si può intuire facilmente - assolutamente apprezzabili. Sceneggiatura di Franco Verucci, Alberto Silvestri e Massimo D'Avak, musiche ben riuscite (per il genere ) di Fred Bongusto, costumi di Luca Sabatelli, impegnato particolarmente a risaltare le potenzialità della Boccardo. Finale a sorpresa. 5,5/10.
Uno stimato avvocato corrompe un poliziotto per allontanare prima possibile dall'Italia l'amante del figlio, una modella inglese, che lo ha trascinato in brutte storie di droga. Ma lo scenario che si para di fronte al poliziotto è molto più sordido: lo attendono foto compromettenti, ricatti e anche un omicidio.
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