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El Paramo - Terrore invisibile

Regia di David Casademunt vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su El Paramo - Terrore invisibile

di Furetto60
6 stelle

Horror psicologico. Regia di qualità, ambientazione suggestiva, recitazione ottima. Tuttavia il film è lento e a tratti gira a vuoto.

 

Siamo nella Spagna del XIX secolo, segnata da guerre e quindi morte, sangue e distruzioni. Un piccolo nucleo familiare: Salvador, la moglie Lucia e il figlio Diego,si ritira in una fattoria, in mezzo ad una landa isolata e desolata tra le brughiere, con ominose croci di legno a delimitare il territorio proibito, oltre il quale è pericoloso avventurarsi, per provare a vivere un’esistenza tranquilla e soprattutto lontana dagli orrori bellici, dunque nel bel mezzo del nulla. La famiglia sopravvive grazie a un piccolo orto e all’allevamento di pecore e conigli. La vita  è metodica e scandita da mansioni da svolgere; una routine necessaria, per non pensare ad una guerra che non vedono, ma che percepiscono terribilmente vicina; la storia procede con calma, nel grande vuoto della pianura spagnola, in cui i campi che si stagliano oltre la fattoria inquietanti ed affascinanti, fanno da sfondo, magnificamente illuminati con eleganza da una splendida fotografia, efficace anche nella restituzione degli interni,le luci provenienti dalle lampade ad olio, s'infilano attraverso le serrande malconce e rischiarano gli ambienti della misera masseria, lasciandola in una penombra angosciante. Nella confezione di questa solitudine, sorta di eremitaggio estremo,hanno un ruolo determinante, le ottime interpretazioni degli unici tre attori in scena: la loro è una prova in sottrazione, diremmo minimale, ma sempre puntuale. Un giorno, però, qualcosa succede: un’imbarcazione alla deriva, reca un soldato sanguinante, che pare abbia cercato di togliersi la vita, viene soccorso, ma mentre tutti sono indaffarati in altre faccende, lui si suicida e stavolta ci riesce. A questo punto, il patriarca ritiene moralmente doveroso, mettersi alla ricerca dei familiari per informarli del lutto e restituire loro la salma. In realtà Salvador non tornerà mai più e moglie e figlio rimasti, devono da soli far fronte ad una presenza misteriosa e minacciosa, che comincia a infestare la masseria. Secondo la leggenda narrata da quelle parti, sarebbe “la bestia” una creatura che si alimenta delle paure delle sue vittime, ed è visibile solo a chi la teme, dunque si accanirebbe su costoro, crudelmente sfruttando le loro debolezze, per perseguitarli fino a spingerli all’estremo gesto.  Il sicuro nascondiglio, si trasforma ben presto in una trappola, in cui questa intangibile presenza soprannaturale, tormenta il piccolo Diego e la sua mamma. Inizia così una lunga discesa nel delirio, sulla cui strada i ruoli e gli equilibri cambiano.Il tema fondamentale di questo prodotto cinematografico è la follia, come inevitabile reazione ad una solitudine protratta nel tempo, che finirebbe col generare alienazione e paranoia. "El Páramo" si muove lungo una trama che segue due punti di vista :quello di Lucia e l’altra del piccolo Diego. Due personaggi, entrambi traumatizzati da un lutto grave, che vivono percorsi esistenziali, il cui sviluppo si dipana su livelli diversi, ben rappresentati dall'entità che minaccia la fattoria;“la bestia”, che può avere diverse chiavi di lettura,potrebbe essere letta come la metafora della sfida, dinanzi a cui viene posto il bambino che, all’improvviso, è costretto a diventare adulto, per accudire la mamma, sempre più fuori controllo, che spara all'impazzata contro fantomatiche minacce.Casademunt, il regista, ci propone un film lento, prolisso e a tratti pesante, i cui tempi della narrazione sono dilatati, fin quasi all’intollerabile, in particolare ci sono alcuni passaggi “ a vuoto” sfibranti; il cineasta iberico, alla sua prima prova, si occupa efficacemente della caratterizzazione psicologica dei suoi protagonisti, e sulla confezione di ambientazioni claustrofobiche e angoscianti, specchio dei turbamenti interiori; propone alcune sequenze, ben realizzate e di buon impatto visivo. Tuttavia, il film procede a un ritmo blando, estenuante ed esasperante e alla lunga stanca. L’idea di partenza è buona ma il plot non abbastanza potente:latitano twist narrativi, che possano incutere spavento.  Le interpretazioni eccellenti ed una regia sufficientemente ansiogena, non bastano a dare lustro ad una pellicola, che stenta a raggiungere il giusto climax tensivo. Si arriva quindi ai titoli di coda,un tantino delusi.

 

 

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