Regia di Stefano Cipani vedi scheda film
Tre ragazzini tra I tredici e i quattordici anni stuprano una loro coetanea nella palestra di una scuola media. In quella stessa palestra la preside (Mezzogiorno) convoca i genitori - una coppia (Rubini e Finocchiaro) più un padre (Santamaria) e una madre (Rea) che, peraltro, sono amanti - per denunciare l'accaduto. La reazione è quella alla quale questi tempi di una classe genitoriale rammollita ci hanno abituati: "non è possibile", "mio figlio è un bravo ragazzo", "lei è una visionaria", "non si permetta!". Davanti alla risolutezza tetragona della preside nel voler denunciare l'accaduto alle autorità competenti si innesca un crescendo che sfocia in un dramma ancora più grave.
Tratto dalla pièce teatrale La palestra, di Giorgio Scianna, Educazione fisica è un kammerspiel che si sforza di raccontare l'iperprotettività dei cosiddetti "genitori elicottero" anche di fronte a casi di bullismo e violenza. Scritto dal regista Stefano Cipani (suo il mediocre Mio fratello rincorre i dinosauri) con i fratelli D'Innocenzo - veri Re Mida al contrario del nostro cinema più spocchioso - Educazione fisica patisce l'ingenuità di un racconto a tesi che fa slittare il tema (importantissimo) nella sua parodia, con sottolineature metaforiche eccessive (la condizione fatiscente della palestra) e un cast nel quale la presenza di un cane - sesto protagonista della messa in scena - sembra avere l'involontaria funzione comparativa nell'evidenziare le differenze di capacità interpretative con Raffaella Rea e Giovanna Mezzogiorno, che recita con la solennità di chi sta declamando un'orazione funebre.
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