La recensione su Destructors

DESTRUCTORS (NZ) 1982 HARLEY COKELISS

Il clima che si respira nei mercatini dell’usato è un’esperienza davvero imperdibile…ti alzi presto di Sabato/Domenica… non fa differenza e a briglia sciolta, assonnato ma convinto e con il cuore in gola a caccia dell’improbabile affare ti dirigi di buon ora in quel microcosmo dove aspetti impazientemente che, il tizio dai capelli tinti nero fumo su di peso con il classico pacchetto di sigarette contenete rigorosamente l’accendino bic ma quello grande e nero sporgente dal taschino di una camicia a righe larghe troppo stretta tanto da essere sciolta fuori senza pensarci troppo su e che già ha una giornata di viaggio alle spalle con tutte le scomodità del mondo, rimuove con una calma da serata olimpica (finale tiro con l’arco) le solite scatole di banane ( tanto per lui sono quei soliti movimenti che ogni giorno ripete chissà da quanti anni ma per me quell’atmosfera è sostanzialmente mistica e magica) contenenti per il sottoscritto preziose storie e tesori nascosti… si per lui ogni box è uguale agli altri, tanto c’è quel cartoncino tagliuzzato e sgualcito dagli angoli non proprio congruenti strappato nel retro della scatola che si issa tra le numerose VHS random e rivendica il prezzo di 3€ e parla per lui… non ha voglia e forse ne potere di discutere sul film ma al massimo controlla l’integrità del “pezzo” che vende e gli interessa di corsa di raggiungere il bar più vicino per prendere un caffè caldo senza zucchero e assaporare forse già la terza sigaretta della mattina.. mentre con la coda dell’occhio intravedo il solito vecchietto che sbircia incuriosito tra le commedie sexy anni 70 a random accoppiate con toto’ tra le mie tante (ormai tantissime e inesorabili) incursioni in questi mondi per me intimi scorgo una locandina che mi ispira…è un postatomico perché ormai lo vedo dalla locandina della VHS colma di polvere che interagisce con la plastica rovinata e indurita dal sole che batte già forte a quell’ora che mi chiama, mi rincorre forse stanca di essere rinchiusa in quel camioncino che ha perso da anni il suo smalto e attira la mia attenzione e mi persuade…spesso l’istinto comanda sulla ragione (per me sempre)…chiaro che girando il lato B della VHS avrei individuato la nazionalità (NZ/AUS) e l’anno (1982)…non era difficile capire che avrei visto uno dei tanti cloni della saga di Miller ma non importava perchè bastava aggiungerlo alla mia collezione e catalogarlo come il più appassionato dei collezionisti privati anche perché il titolo ispirava eccome…con quelle buste di plastica mono tragitto mi dirigo a casa dopo il bottino/i…questi sono film da seconda serata che non puoi vedere in compagnia ma da solo perché solo in questi momenti salienti assapori, dopo un bicchiere di buon vino rosso, la pellicola e forse cerchi di carpirne il meglio…ma parliamo del film dove il petrolio scarseggia e siamo in pieno post-nucleare e i pochi sopravvissuti cercano di sopravvivere ma c’è un ex affiliato dell’esercito dalla somatica di Richard Crenna(Rambo) forte della sua banda di delinquenti e scalmanati che tiene in pugno con un camion blindato dalla punta che sembra una matita della Faber Castel appena temperata che mette a ferro e a fuoco le terre desolate dove alcune comunità tentano di riorganizzarsi e ricominciare da zero…b-movie ovviamente a basso budget sulla scia di Interceptor che annovera nel suo cast il famoso Michael Beck nei panni del paladino gentiluomo ( ha interpretato il capolavoro “I guerrieri della notte”) che con una moto dalle gomme esili (sembra uno dei primi gilera) salverà la “principessa” dalle grinfie del cattivo in mimetica creando delle buone atmosfere sorrette da una fotografia che evidenzia la povertà del paesaggio ancora più minimalista del più noto ispiratore….per quanto mi riguarda è consigliato solo agli amanti del postatomico.