Regia di George Dunning vedi scheda film
Un inno all’amore universale sottoforma di collage. Una visione psichedelica che si tramuta in una semplice poesia in technicolor. E, soprattutto, il geniale prototipo del moderno videoclip musicale: un filmato che commenta una canzone con suggestioni ed idee tradotte in immagini animate, che danzano sullo schermo facendo spettacolo. Quella realizzata da George Dunning per i Beatles è la prima, grandiosa dimostrazione di un’astrazione visuale che – forse non nella tecnica esecutiva, ma certamente nell’anima artistica – anticipa il principio dinamico e geometrico della computer graphics: una vita totalmente inventata che sboccia continuamente in nuove forme, cancellando le vecchie per sovrapposizione ottica e mnemonica, in un cangiante sfavillio di figure fantastiche. Le presenze ed i significati si esauriscono nel fugace lampo di un’intuizione, sfogliando rapidamente, pagina dopo pagina, il multiforme ed incoerente repertorio di un sogno. In questo catalogo dell’immaginabile, nulla appare veramente inedito e, anzi, tutto trae la propria potenza espressiva proprio dalla sua natura di ricordo rispolverato e audacemente ridipinto, come una vecchia citazione che fiorisca in un allucinato giardino delle meraviglie. La libertà di creare comporta una trasversalità che abbatte gli steccati ideologici e rende relative tutte le categorie del pensiero, a cominciare dal tempo e dallo spazio: in questa storia, in effetti, ogni cosa segue un andamento mutevole come quello dell’umore e del sentimento, un movimento che conosce la precipitazione della giovinezza e la lentezza della vecchiaia, e ci trasporta, dolcemente, dalla funerea cadenza di Eleanor Rigby alla sgargiante leggerezza di Lucy in the Sky with Diamonds. Yellow Submarine descrive il mito musicale dei Beatles per quello che, miracolosamente, è riuscito ad essere per i giovani degli anni sessanta: un variopinto contenitore di tutti gli stati d’animo, di tutti gli istinti, di tutti i punti di vista, anche i più inconciliabili; un melting pot ritmico e melodico, in cui i paradossi tipici dell’adolescenza hanno improvvisamente trovato un misterioso filo conduttore, ed una rivoluzionaria e indefinibile forma di armonia.
Errore:
chiudi
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Bella recensione, però il prototipo del videoclip musicale in senso stretto risale ai di poco precedenti 'promo' (video promozionali) per Strawberry fields forever e Penny Lane (qualcuno azzarda addirittura a quelli di Paperback writer e Rain del 1966, ma - personalmente parlando - non sono d'accordo con questa linea di pensiero e non mi dilungo oltre sul tema). Inoltre Dunning è solamente il regista, ruolo molto importante, ma il vero genio dell'operazione è Heinz Edelmann, ovvero l'illustratore, e dietro di lui viene il quartetto in sceneggiatura (Brodax/Minoff/Mendelsohn/Segal). Giustissimo il riferimento alla realtà degli anni sessanta: ne dice più cose questo film surreale a cartoni animati di tanti documentari dell'epoca. Sorry se sono andato un po' per le lunghe, ma i Beatles mi prendono la mano... ciao! : )
Grazie a te per il preciso e utilissimo commento. Un caro saluto da OGM.
Commenta