Regia di Ousmane Sembene vedi scheda film
Un buon soggetto penalizzato da un'attrice, o forse da indicazioni di regia, che rendono la protagonista inespressiva.
Che dire? Si vede la mano di un bravo regista, ma il film soffre, secondo me, si una protagonista inespressiva, che recita come in stato catatonico, E questo mentre gli altri personaggi recitano in modo pacato, sì, ma pure recitano ed esprimono parole e sentimenti.
La storia di questa povera donna ricorda quella di molte e molti altri, che sono stati attirati in Europa con promesse menzognere, per poi finire sfruttati di qua o di là.
La protagonista conduceva si una vita parca, ma pure dignitosa e non disprezzabile. Aveva anche un fidanzato.Tuttavia, il fascino esercitato dalla Francia e il miraggio di una vita agiata le giocano un brutto scherzo.
Il finale è crudele e raccapricciante, e mette radici, forse, più che nella disperazione, nella volontà di punire col rimorso coloro che le hanno causato tanta sofferenza. Perché, infatti, non risparmiare e poi tornarsene a casa propria?
L'unico che pare capirla e tenta poi timidamente di intervenire è il marito della padrona. La moglie, invece, è lontanissima dal cambiare atteggiamento, prima e dopo. Si può dire che sia persino sadica. Lui, però, aiuta la ragazza con il freno a mano tirato, forse perché si vergogna, in fondo, di farlo.
Una domanda attinente alla non-recitazione della protagonista: perché, ricevuti i soldi dello stipendio, cade in ginocchio (come in segno di gratitudine) ma poi li restituisce?
Secondo me, c'era bisogno di un'attrice che parlasse, protestasse, piangesse, spiegasse, chiedesse.
In generale, comunque, è stato interessante vedere questa pellicola, perché è solo il secondo film senegalese che vedo.
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