Regia di Jenna Cato Bass vedi scheda film
TFF 39 - LE STANZE DI ROL
In una numerosa famiglia nera di un Sudafrica che si trascina i segni di un dualismo economico e sociale, oltre che razziale, come muro indistruttibile frutto dei decenni di apartheid, una nonna viene a mancare.
I parenti si riuniscono ma la giovane madre Tsidi viene presto allontanata per fastidiosi e reiterati litigi di carattere economico.
Con la propria bambina in età scolare, la donna trova rifugio nel luogo ove da decenni ormai lavora sua madre come governante: nei pressi di una villa di una anziana signora bianca, ora immobilizzata a letto e più che mai bisognosa dell'aiuto della sua fidata domestica.
L'ingresso in villa, avvenuto con tutte le titubanze del caso da parte della anziana custode, mette in chiaro in Tsidi un dubbio che da tempo la donna nutriva su sua madre.
Ovvero che facesse di tutto per custodirsi quell'ambito ruolo, legato in modo totale alla salute della padrona di casa, che, pertanto, è necessario che continui a sopravvivere a tutti i costi.
Good Madam, della regista Jenna Cato Bass, al suo quarto lungometraggio, si avventura nei territori dell'horror politico che ha reso maestri nomi eccellenti come Craven, e portato agli altari altri come Jordan Peele.
La questione della disparità etnica che continua a salvaguardare voragini tra l'etnia autoctona e quella degli ex colonizzatori mai veramente pentiti, unita ai misteri che si celano nella cultura indigena e alle impellenti esigenze di sopravvivenza ai margini dello status privilegiato, si uniscono attorno alla sorte di una ricca padrona di casa, un tempo magnanima quanto sola, ed ora quasi vinta da un fragile stato di salute che richiede l'intervento di vecchi rimedi tribali per non abbandonare nel baratro la nostra tenace domestica, e la famiglia che le discende in linea diretta.
La storia, scritta da una sin eccessiva scolaresca di individui, come si legge con un certo scalpore nei titoli di coda, da suscitare impressione per il numero di teste coinvolte, non brilla di eccessiva originalità, ma l'atmosfera chevregna sovrana nel film fino al suo inquietante epilogo, convince e riesce a rivelarsi, almeno a tratti, realmente disturbante e capace di conquistarsi un certo interesse sullo spettatore.
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