Regia di Mario Martone vedi scheda film
Duro e poetico con un incredibile Favino
Un film che incrocia la commedia con il dramma, nel conteso immobile e paralizzante di una città, Napoli, stupenda quanto dannata. Questo è lo sfondo nel quale il protagonista, un Favino di incredibile bravura, resta imprigionato nella sua città natale dove manca da oltre 40 anni. Il suo è un viaggio a ritroso nella sua coscienza, gradualmente torna anche alla sua lingua (non più contaminata dall’inflessione acquisita dalla sua permanenza in Egitto) e quando pensa di essersi riappropriato dei suoi luoghi ne resta imprigionato, non prima però di aver svelato un segreto che lo attanaglia da quando era adolescente. Un film lento, sussurrato, con scene strazianti come il rapporto del protagonista con la madre morente. Si vede la mano di un regista di spessore che riesce anche a reggere una sceneggiatura non sempre all’altezza. Un film di gran livello dove la malinconia mescola la vita e la morte.
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