Regia di Mario Martone vedi scheda film
Mario Martone è regista abile nel fondere sia gli sguardi più intimisti, come nel crepuscolare Leopardi de "Il giovane favoloso", cosi' come la coralità e vivacità tipicamente partenopee, come nell'ottimo "Qui rido io" sulla storia della famiglia De Filippo. In "Nostalgia" emerge il racconto delle vicende di un giovane napoletano che lascia la città per sfuggire alle cattive compagnie e ad un destino che sembra già segnato e si trasferisce prima in Libano, poi in Africa ed infine a Il Cairo dove conosce anche l'amore ed un notevole successo professionale. Ma la "napoletaneità" scava come un tarlo e, quando ha occasione di ritornare in Italia per assistere la madre gravemente ammalata, finirà per ricucire a modo suo i pezzi di una vita che sembrava sepolta per sempre, compresa l'amicizia con un ragazzo che nel frattempo, ormai adulto cinico e rancoroso, è diventato il boss del rione Sanità. Favino è attore di spessore, ma qui sembra un pò troppo imbrigliato in una sorta di arabo-napoletano tragico e fin troppo ingenuo che, proprio sulle ali della nostalgia, sceglie di trasferirsi a Napoli dopo la morte della madre ignorando un pò troppo superficialmente i segnali inquietanti che dovrebbero portarlo a scappare a gambe levate. Un film sostanzialmente irrisolto, e non perchè la trama non abbia una sua linearità dall'inizio alla fine, ma perchè sembra vagare nella ricerca di un senso esistenziale che fa a pugni con una realtà cruda e concreta che solo il protagonista sembra non vedere. Valido invece il quadro che Martone ci restituisce di una Napoli verace, con i suoi innegabili pregi e difetti, in un film che parla anche della difficoltà di fare i conti con il passato una volta per sempre.
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