Regia di Mario Martone vedi scheda film
Mario Martone nella sua Napoli, ci sguazza. I suoi migliori film si nutrono del sangue vivo di una città unica che anche questa volta tiene in vita un'opera interessante ma un po' troppo trattenuta. La storia di Felice è un espediente per una riflessione sul passato e sul tempo che inesorabilmente cambia le persone. Il titolo dice già molto, se non tutto, di quest'uomo, il solito meraviglioso Favino, e del suo ritorno a casa dopo 40 anni, nel rione Sanità, per accudire la madre morente. Tutta la prima parte è occupata da questo evento, trattato con molta grazia da Martone, ma che affatica il film pur creando l'atmosfera per la nostalgia di Felice, che lo porterà a cercare l'amico perduto, diventato il boss del quartiere. Tutt'attorno una Napoli verace, rumorosa, bella, che s'agita come una parata di New Orleans davanti a un funerale. Bei personaggi di contorno, come il prete illuminato, anche se il tutto suona un po' didascalico. Il motore del film rimane il rapporto di amicizia (e non solo) fra i due uomini oramai adulti, sviscerato in due ore forse troppo lunghe. Cinema importante, senz'altro, ma che richiede impegno e costanza senza dare troppo in cambio. Finale troppo secco? Da vedere e sentire, "to feel".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta