Dopo aver a vissuto per 45 anni in Medio Oriente e a Napoli, Felice torna nel rione Sanità per accudire la madre malata. In seguito, invece di fare ritorno al Cairo dove lo aspetta la compagna, Felice resta a Napoli, in attesa dell'incontro con l'amico di un tempo, Oreste, diventato un criminale. Lo stesso Felice ne racconta la storia a un medico dell'ospedale San Gennaro dei Poveri e a Don Luigi Rega, un combattivo sacerdote.
Martone negli anni ha acquisito con merito spessore autoriale anche se qui a una valida prima parte "proustiana" subentra uno scontato plot di malavita. Favino non impressiona come in altri film, mentre Ragno, lavorando di corporeità e con poche battute, cesella un boss assai realistico, feroce ma più squallido rispetto al solito cliché tragico. 8+
La partenza ha una delicatezza e un'introspezione profonda, poi si perde in qualcosa che allunga il brodo, sempre di più. Favino è una statua, esprime poco, scimmiotta l'emigrato-immigrato in modo patetico. Grande Tommaso Ragno, nelle poche scene, con il linguaggio del corpo e con l'interpretazione, fagocita il "divo" tanto osannato.
Martone si affida a P. Favino, uno dei nostri migliori attori del momento, per realizzare un'opera sul ritorno alle origini e l'amore per la propria terra. Operazione alquanto riuscita sebbene non si possano più vedere film girati a Napoli senza che ci sia di mezzo la camorra. Finale telefonatissimo,almeno per chi ha un pò di esperienza di cinema.
Un po' dramma interiore, un po' critica sociale. Però, purtroppo, la commistione di generi non giova al risultato finale, che rimane sospeso e fermo sulla superficie. Manca, forse, il coinvolgimento dello spettatore per via del distacco emotivo del protagonista. Belle le atmosfere e la descrizione della città partenopea, vista "da dentro".
ha probabilmente ragione AlanS nella sua recensione da Cannes che nella seconda parte il film perde di originalità e si fa più didascalico, ma comunque Martone rimane uno dei pochi autori italiani a fare quasi sempre buoni film, come questo
Finale scontato, ma bel film, asciutto, in una Napoli (purtroppo) non da cartolina. Favino bravissimo, forse anche troppo, come anche gli altri interpreti. Peccato la solita mancanza di sottotitoli per le frasi in napoletano più stretto che, benché non essenziali, danno colore e rendono più godibile il film. 9.
A guardare Nostalgia il pensiero ci riporta per alcune affinità d’ambientazione a Morte di un matematico napoletano, film dalla forma visiva assai grezza, caratterizzato oltretutto da un senso di devastante cupezza dell’ineluttabile, chiaramente voluto dalla co-sceneggiatura della Ramondino. Anche in quel caso il compianto Caccioppoli sembrava quasi perdersi tra i vicoli… leggi tutto
FESTIVAL DI CANNES 75 - CONCORSO
"La conoscenza è nella nostalgia. Chi non si è perso non possiede" - Pier Paolo Pasolini
Così opportunamente si apre l'adattamento che un prolifico e in piena forma Mario Martone ha girato dal romanzo omonimo del 2016 di Ermanno Rea, scelto come unico concorrente italiano al Festival di Cannes 75, a pochi mesi dall'uscita nelle… leggi tutto
Libero da vincoli editoriali e da asfissianti regole pedanti, ancor influenzato, altresì tanto raffreddato quanto ironico e scevro da ogni virus intestinale, no, ammaliante, no, sol ammalante influencer ammorbante e solamente appariscente-deficiente, quest’ultimo bravo, per modo di dire, sol ad essere lui stesso febbricitante di maieutica a buon mercato rionale o da…
Al contempo furba e sincera, la 2ª stag. (5 ep. da ca. 45’ l’uno) di “Monterossi” compie un deciso passo in avanti rispetto alla 1ª (3+3 ep.) e si dimostra più, oltre che adulta…
Amaro dramma vissuto in una Napoli dai due volti, nella quale si intrecciano storie di vita difficile e complesse dinamiche sociali, con Favino protagonista di una vicenda che non lascia indifferenti. Bravi gli attori e brava la regia nel gestire la narrazione attraverso i quartieri e le strade di una città che appare immutata ed immutabile nonostante lo scorrere degli anni. Non ci si…
Un film che incrocia la commedia con il dramma, nel conteso immobile e paralizzante di una città, Napoli, stupenda quanto dannata. Questo è lo sfondo nel quale il protagonista, un Favino di incredibile bravura, resta imprigionato nella sua città natale dove manca da oltre 40 anni. Il suo è un viaggio a ritroso nella sua coscienza, gradualmente torna anche alla sua…
Felice Lasco (Pierfrancesco Favino) torna nel quartiere Sanità a Napoli da dove emigrò più di quarant’anni prima. Si trasferì a El Cairo e nella capitale egiziana è riuscito a diventare un imprenditore di successo. nato e cresciuto. La madre (Aurora Quattrocchi) è molto anziana, vive da sola e non vuole rischiare di non…
Felice, alias Pierfrancesco Favino, torna a casa a Napoli, nel centro del rione Sanità, dopo aver vissuto molti anni in Egitto, per rivedere l’anziana madre, abbandonata all’improvviso quarant’anni prima. La trova mezza svanita, quasi cieca e chiusa in un basso buio e degradato; l’uomo ormai benestante, le regala un nuovo appartamento. Nella sua…
Dopo anni di vita all’estero, Felice (Pier Francesco Favino) torna a Napoli a trovare la vecchia madre. Preso dalla nostalgia, deciderà non solo di fermarsi in città ma anche di fare i conti con un suo vecchio amico, che, nel frattempo, è diventato un delinquente spietato e senza scrupoli. Martone mette molta carne al fuoco, in un film che vuole mostrarci non solo come…
Dopo un fattaccio in cui è rimasto coinvolto da giovane, Felice si traferisce in Medio Oriente. Quarant’anni dopo torna a casa, nel rione Sanità, per accudire la madre malata. Man mano che i giorni passano Felice non sembra intenzionato a voler ripartire, sempre più deciso a rivedere Oreste, amico d’infanzia, ora boss del quartiere.
Credo di non…
NEI CINEMA ITALIANI DAL 24 MAGGIO 2022
VISTO AL CINEMA ADRIANO DI ROMA
La nostalgia è composta dai continui ricordi di un’infanzia disagiata ma spensierata con l’amico del cuore, in scorribande sulla moto per le vie di una Napoli sempre tormentata ma in qualche modo madre accogliente. La nostalgia è il rimorso per una mamma abbandonata da anni per fuggire un…
Mario Martone è regista abile nel fondere sia gli sguardi più intimisti, come nel crepuscolare Leopardi de "Il giovane favoloso", cosi' come la coralità e vivacità tipicamente partenopee, come nell'ottimo "Qui rido io" sulla storia della famiglia De Filippo. In "Nostalgia" emerge il racconto delle vicende di un giovane napoletano che lascia la città per…
Un passeggero risponde in arabo ad una hostess: l'aereo sta atterrando, fuori dal finestrino, lo skyline di una città. La stanza dell'hotel è impersonale: una fra mille, uguali in tutto il mondo, di quelle catene alberghiere che si trovano o vicino alle uscite delle autostrade o nei quartieri business. Quell'uomo è solo. Solo, lo troviamo a camminare per le vie, tra i…
Dopo aver vissuto in varie nazioni africane per quarant'anni, Felice torna a Napoli, sua città di origine, per rivedere la madre Teresa, anziana e sola. Nonostante Felice si prodighi per migliorare le condizioni di vita della donna, Teresa poco dopo muore; ma Felice non torna in Egitto, dove ha lavoro e compagna. Rimane a Napoli, e, tra le altre cose, sceglie di avere un confronto con…
Mario Martone nella sua Napoli, ci sguazza. I suoi migliori film si nutrono del sangue vivo di una città unica che anche questa volta tiene in vita un'opera interessante ma un po' troppo trattenuta. La storia di Felice è un espediente per una riflessione sul passato e sul tempo che inesorabilmente cambia le persone. Il titolo dice già molto, se non tutto, di quest'uomo, il…
Prima ancora di iniziare, vale la pena osservare che su tutto qui spicca la recitazione dell'attore-feticcio di Martone, cioè Francesco Di Leva. Qui in un ruolo non da protagonista, ma che facilmente si impone su Favino: due attori che sembrano agli antipodi. Da un lato, un Favino misurato e talmente pacato da non consentire nemmeno di immedesimarsi con i suoi moti interiori. Dall'altro…
Torna il botteghino, dopo una settimana di pausa, e "si volta pagina". Il weekend appena trascorso segna infatti l'avvio - per i conteggi di Cinetel, l'ente che raccoglie i dati dalla maggioranza delle sale…
Luglio si chiude con la conferma del buon risultato di Thor: Love and Thunder che porta a casa altri 370.000 euro ma che soprattutto si distingue per un'ottima media sala che si aggira intorno ai 2000 euro: dato il…
Vive di rendita sulle uscite delle settimane precedenti il botteghino di questo infuocato weekend di luglio e soprattutto vive dell'incasso di Thor: Love and Thunder che da solo, nel suo secondo fine settimana, fa…
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Commenti (18) vedi tutti
Bel film, Martone non è né Sorrentino né Garrone, meglio così. Ma forse Tommaso Ragno è più bravo di Toni Servillo.
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoirMartone negli anni ha acquisito con merito spessore autoriale anche se qui a una valida prima parte "proustiana" subentra uno scontato plot di malavita. Favino non impressiona come in altri film, mentre Ragno, lavorando di corporeità e con poche battute, cesella un boss assai realistico, feroce ma più squallido rispetto al solito cliché tragico. 8+
commento di Inside manUna storia di recupero del tempo perduto sviscerata attraverso un percorso di incalzante riappropriazione della memoria e degli affetti
leggi la recensione completa di darkglobeVedi Napoli e poi muori. Comunque si intenda il detto, la nostalgia per la giovinezza partenopea si tramuta in un coinvolgente dramma.
leggi la recensione completa di Guidobaldo Maria RiccardelliLa partenza ha una delicatezza e un'introspezione profonda, poi si perde in qualcosa che allunga il brodo, sempre di più. Favino è una statua, esprime poco, scimmiotta l'emigrato-immigrato in modo patetico. Grande Tommaso Ragno, nelle poche scene, con il linguaggio del corpo e con l'interpretazione, fagocita il "divo" tanto osannato.
commento di GabryLedMartone si affida a P. Favino, uno dei nostri migliori attori del momento, per realizzare un'opera sul ritorno alle origini e l'amore per la propria terra. Operazione alquanto riuscita sebbene non si possano più vedere film girati a Napoli senza che ci sia di mezzo la camorra. Finale telefonatissimo,almeno per chi ha un pò di esperienza di cinema.
commento di bombo1Una città da cui è difficile scappare per sempre ma che ti trascina giù e ti uccide. Da napoletano è più facile apprezzarlo.
commento di MonfrDuro e poetico con un incredibile Favino
leggi la recensione completa di siro17Intenso e vibrante dramma di Martone. Favino superlativo
leggi la recensione completa di Furetto60Voto 7,5.
commento di PacxiottoLa nostalgia (canaglia) uccide.
commento di Winnie dei poohUn po' dramma interiore, un po' critica sociale. Però, purtroppo, la commistione di generi non giova al risultato finale, che rimane sospeso e fermo sulla superficie. Manca, forse, il coinvolgimento dello spettatore per via del distacco emotivo del protagonista. Belle le atmosfere e la descrizione della città partenopea, vista "da dentro".
leggi la recensione completa di Souther78ha probabilmente ragione AlanS nella sua recensione da Cannes che nella seconda parte il film perde di originalità e si fa più didascalico, ma comunque Martone rimane uno dei pochi autori italiani a fare quasi sempre buoni film, come questo
commento di carloz5Mezzo italiano, mezzo dialetto, parole biascicate... inguardabile
commento di gruvierazIl mare non bagna Napoli
leggi la recensione completa di yumeScendere negli abissi, ma respirare aria fresca
leggi la recensione completa di fabbuVoto: 6,5 su 10. Peccato perché le premesse per le quattro stelle c'erano tutte.
leggi la recensione completa di port crosFinale scontato, ma bel film, asciutto, in una Napoli (purtroppo) non da cartolina. Favino bravissimo, forse anche troppo, come anche gli altri interpreti. Peccato la solita mancanza di sottotitoli per le frasi in napoletano più stretto che, benché non essenziali, danno colore e rendono più godibile il film. 9.
commento di faumes