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Destino sull'asfalto

Regia di Henry Hathaway vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Destino sull'asfalto

di John_Nada1975
5 stelle

Concluso in maniera non molto incisiva per essere di Hathaway, e divagato sentimentalmente come è consuetudine del cinema hollywoodiano, rimane uno dei migliori film di corse automobilistiche-insuperato fino a "Gran Prix" di John Frankenheimer- della sua epoca, assieme a "I Piloti dell'inferno"(1957) di Cy Enfield con Stanley Baker.

E basta vedere "Ferrari" di Michael Mann, per vedere quanto ci si sia rifatto nella ricostruzione della MilleMiglia(qui 1955, lì l'ultima del 1957 di Alfonso de Portego e il noto catastrofico incidente di Guidizzano, nel film di due anni fa).

Tratto dal superiore romanzo dell'ex pilota e poi noto romanziere e attivista contro la vivisezione Hans Ruesch, si riscatta come detto nelle sequenze sulle gare, che ancora oggi danno un maggiore coinvolgimento e senso di drammaticità, delle analoghe ricostruzioni immateriali in digitale, del cinema di oggi. Oltre che essere in CinemaScope, uno dei primi lungometraggi della 20th Century Fox nel suo formato panoramico

Concluso in maniera non molto incisiva per essere di Hathaway, e divagato sentimentalmente come è consuetudine del cinema hollywoodiano, rimane uno dei migliori film di corse automobilistiche-insuperato fino a "Gran Prix" di John Frankenheimer- della sua epoca, assieme a "I Piloti dell'inferno"(1957) di Cy Enfield con Stanley Baker.

E basta vedere "Ferrari" di Michael Mann, per vedere quanto ci si sia rifatto nella ricostruzione della MilleMiglia(qui 1955, lì l'ultima del 1957 di Alfonso de Portego e il noto catastrofico incidente di Guidizzano, nel film di due anni fa).

Tratto dal superiore romanzo dell'ex pilota e poi noto romanziere e attivista contro la vivisezione Hans Ruesch, si riscatta come detto nelle sequenze sulle gare, che ancora oggi danno un maggiore coinvolgimento e senso di drammaticità pur con ampio utilizzo naturalmente dei fondali retroproiettati e ricostruzioni negli studios, comunque delle analoghe ricostruzioni immateriali in digitale, del cinema di oggi. Oltre che essere in CinemaScope, uno dei primi lungometraggi della 20th Century Fox nel suo formato panoramico, che rende affascinante come non mai l'epoca degli anni '50, i circuiti, le scuderie compresa quella di fantasia dei tre piloti protagonisti tra cui l'italiano Guido Borgesa(?)/Kirk Douglas,  macchine che si vedono come la Ferrari 512DB, ma bisogna dire che Cesar Romero è veramente troppo alto per poter fare il pilota di F.1. 

Gilbert Roland sempre istrionico e detentore degli spunti più originali, brillanti, fra tutti i personaggi e attori del film.

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