Regia di Michael J. Ahern, Christopher Dalpe, Brandon Perras vedi scheda film
Un horror estremo, per contenuti e forma, che parte come commedia ambientata in locali notturni di tendenza. Drag queen e gay ne sono gli unici protagonisti.
Un barista depresso (Wayne Gonsalves) e un'anziana drag queen (Michael McAdam) cercano di sopravvivere alle insidie notturne di una città corrotta, mentre un maniaco mascherato massacra giovani gay, prosciugandoli del sangue.
Insolita commedia con momenti splatter inattesi e una mezz'ora finale in stile slasher che ha, come caratteristica principale, quella di essere ambientata e interpretata da gay e drag queen. Michael J. Ahern, Christopher Dalpe e Brandon Perras ne sono gli autori (registi, sceneggiatori e interpreti nei ruoli principali), probabilmente anche nella vita reale frequentatori degli ambienti notturni animati da spettacoli di burlesque omosessuale, con "dive" del terzo sesso truccate a parodia e caricatura delle vere e proprie celebrità dello star sistem hollywoodiano. Finanziato con il metodo del crowdfunding, Death drop gorgeous è stato girato nei fine settimana, in un arco di tempo pari a 18 mesi. L'insieme di elementi pittoreschi (trucchi, costumi, fotografia brillante con accentuati cromatismi) lo rendono a suo modo un film unico, con i suoi pregi e difetti. Tra i pregi, effetti speciali davvero realistici offerti in una manciata di scene molto cruente (citiamo, per quanto impressionante, una castrazione effettuata con tritacarne, al limite del pornografico).
Un lungometraggio che riesce a far sorridere, che contemporaneamente disgusta e che propone sotto traccia un argomento "femminista", pur se nessuna donna recita nel film in ruoli significativi. Il tema del divismo, basato sul solo aspetto estetico, è infatti prevalentemente un fenomeno che coinvolge giovani ragazze, rese celebri da un sistema spietato che, in breve tempo (in genere una manciata d'anni), richiede loro di farsi da parte, per dare spazio a nuove "bellezze" emergenti. Nel film questo aspetto - applicato all'universo transgender ma essenzialmente analogo - diventa centrale, essendo alla base della follia omicida d'una "anziana" performer che ripete le azioni delittuose commesse della contessa sanguinaria Erzsébet Báthory. Death drop gorgeous fa suo il tema, più volte trattato a livello cinematografico, ispirato dalla macabra pratica della Báthory: la tristemente celebre assassina (lesbica) utilizzava il sangue di giovani ragazze in qualità cioè d'elisir di giovinezza, facendo appositi bagni in vasche attrezzate al bisogno. In un mondo "inverso" come quello delle drag queen, il sangue con funzione tonificante diventa necessariamente quello di giovani omosessuali.
È comunque evidente che l'obiettivo di Ahern, Dalpe e Perras è quello di realizzare un b-movie coloratissimo e iconoclasta, il cui obiettivo principale resta quello di intrattenere e far rabbrividire il pubblico divertendo. Questo aspetto, ossia quello di volere realizzare un film di pura evasione, è confermato anche dal breve cameo di Linnea Barbara Quigley (compare una manciata di secondi sul finale, in ruolo di taxista), in passato scream queen e attrice simbolo del cinema horror americano indipendente. Chiudiamo facendo notare che, per ambientazione e tematica, i tre esordienti sono stati anticipati nel 2018 da Drew Bolton, autore del simile Killer unicorn.
"Quando un uomo etero si veste da donna per spassarsela sessualmente, quello è un travestito. Quando un uomo è una donna intrappolata nel corpo di un uomo e si fa un'operazioncina, quello è un transessuale. Quando un gay, invece, è fornito di fin troppo senso dello stile per un solo sesso, quello è una drag queen. E quando un ragazzetto ispanico si mette un vestito da donna... quello è semplicemente un ragazzo vestito da donna."
(Dal film A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar)
Trailer
F.P. 15/09/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 104'45")
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