Trama
Chiara è una giovane professoressa di storia, insegna alle superiori ed è innamorata del suo lavoro. La pandemia da CoVid-19 ha significato per Chiara doversi confrontare con un modo completamente nuovo di fare il proprio lavoro: la didattica a distanza. Le manca l'aula, il rapporto con i colleghi, il contatto con gli studenti perché “"una persona insegna anche guardando i ragazzi negli occhi". Alberto, invece, è un pacato signore di ragguardevole età. L'incontro con Chiara avviene in un centro vaccinale ospitato da una grande azienda. È un’azienda italiana che ha saputo resistere nel tempo, rinnovandosi. Sono cambiati i processi produttivi e le tecnologie sono 4.0. E oggi in azienda c'è perfino un museo. Il dialogo tra Chiara e Alberto fa emergere assonanze e coincidenze: la capacità delle imprese di essere motore di ripartenza, oggi con la campagna vaccinale così come nel Dopoguerra, la loro vocazione a innovare, la capacità di fare quello c'è da fare "perché le cose si possono cambiare se si vuole e se si lavora tutti insieme". Alberto l'ha imparato, da giovanissimo, in fabbrica. E così ricorda quel suo primo giorno di lavoro "bellissimo", quando dalla campagna è arrivato in città, proprio in quella stessa azienda che oggi ospita il centro vaccinale.
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