Regia di Bernard Campan vedi scheda film
"Presque" è il titolo originale del film franco-svizzero scritto, diretto ed interpretato dal duo Bernard Campan e Alexandre Jollien. Il titolo, tradotto in italiano, significa "quasi" e si riferisce a quel "quasi' pronunciato a labbra strette da Igor per indicare quel comune status di normalità che l'ha deliberatamente ignorato al momento della nascita. Igor ha una gran testa, come è chiaro a tutti quelli che hanno la pazienza di rapportarsi alla sua lentezza, ma il suo corpo è in perenne ritardo, tradito da un continuo tremolio e beffato dalla dea bendata che gli ha stretto intorno al collo quel cordone ombelicale che l'aveva nutrito per nove mesi chiedendogli, anzi, un terribile pegno per il futuro ovvero un profondo scollamento tra le sue straordinarie capacità intellettive e quelle motorie. Igor farebbe volentieri a meno di quegli arti indomabili e della lingua impastata per un briciolo in meno di vivacissima intelligenza mnemonica e arguta sensibilità ma così non è, e nella quotidiana lotta all'indipendenza che gli precludere molti semplici gesti come tagliare una bistecca, Igor si esercita a farsi scivolare addosso il senso di frustrazione per un "corpo orribile" che gli impedisce di ricevere l'affetto di un'amicizia o il calore dell'intimità. La filosofia e i suoi sublimi oracoli come Platone ed Epicuro aiutano Igor ad emanciparsi, affermare la propria persona e tenere lontano lo spettro della depressione benché non sia sempre facile mettere in pratica le idee contenute nelle frasi che è solito sciorinare con elegante precisione. Probabilmente il nostro fantasioso distributore ha tradotto il titolo francese con il titolo inglese facendo riferimento ai bei pensieri che incantano Louis, il becchino che s'è ritrovato quello svitato di Igor nel bagagliaio dell'auto a metà strada tra Montpellier e Losanna, durante il viaggio per consegnare una salma. Eviterò di svelare il perché e il per come Igor si trovasse abbracciato ad una bara ed il motivo per cui ci fosse proprio il cinquantenne proprietario delle pompe funebri anziché un suo fidato sgargino al volante del carro mortuario. Eviterò di raccontarvi di tutte le presenze femminili che incrociano la via di questa improbabile coppia di uomini che costetti da un viaggio imprevisto si prendono il tempo per conoscersi meglio.
"Presque" non si è inventato nulla. "Presque" ha messo insieme "Quasi amici" e "L'ottavo giorno" con il genere che più di tutti invita alla relazione e all'introspezione ovvero il road movie. Ci sono poi tutti gli ingredienti della commedia d'oltralpe che ama le contrapposizioni sano/malato, nord/sud, ricco/povero, francese/immigrato, uomo/donna, differenze che arricchiscono con le rispettive peculiarità un canovaccio di episodi più o meno divertenti che portano alla conclusiva catarsi. L'originalità del film sta nel lavoro a quattro mani tre Campan, uomo di cinema a 360 gradi e Jollien, filosofo che ha raccontato la propria vita senza bisogno di recitare una parte. Con "Presque" si ride senza paura del politically correct, anche nell'affrontare argomenti spinosi come il sesso, e ci si commuove di fronte alla vita e alla morte. Il disabile che finge l'handicap di fronte all'agente di polizia è quanto di più spassoso ci possa essere in tempi in cui il cinema è fin troppo educato per non ferire nessuno e massimizzare i profitti. C'è una buona dose di ironia nel rapporto tra i due protagonisti ma c'è anche un eccesso di zucchero prima della nuotata liberatoria. Qualche intoppo nella scrittura alla fine e qualche ovvietà non pregiudicano il risultato finale, un ode all'amicizia, alla tolleranza, alla lentezza, alla diversità che rende migliore la normalità.
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
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