- [ ] In epoca medievale il giovane Amleth, figlio di un re vichingo, assiste all’assassinio del padre e all’usurpazione del regno e della madre. Fuggito e passati molti anni, tra battaglie, conquiste e profezie si preparerà a compiere la sua vendetta e a liberare sua madre. Una schiava slava lo aiuterà.
Tecnicamente ineccepibile, la regia è ottima con molti piani sequenza nelle scene d’azione, primi piani di paesaggi, personaggi ed ambienti con ottima simmetria tanto da incorniciarci talmente tanti quadri che tappezzerebbero il Louvre pure all’esterno.
Fotografia ottima con luce naturale dell’ambiente con risalti dei colori caldi quando appaiono che cambiano considerevolmente nelle scene oniriche.
Colonna sonora ottima con tematiche nordiche e canti folkloristici da strigliare i timpani, una musica che partecipa con il racconto e lascia spazio ai silenzi.
Ottima recitazione, tutti bravi, tutti calati nella parte. Scene d’azione credibilissime, sporche e sanguinarie, a colpi di spade, mazzate e botte da orbi. Anche qui l’elemento animale è presente e simbolizzato come il lupo, l’orso e il corvo, addirittura che si fondono con l’uomo. Basta anche solo vedere Skarsgard, mostruoso forte. Ogni ricostruzione storica e folkloristica è curata in ogni dettaglio.
Come storia si rimane sul classico dell’Amleto scandinavo poi preso da Shakespeare, ma con un risvolto narrativo dove più o meno si cambia prospettiva e tra bene e male diventa una zona grigissima. Il soprannaturale è presente e frequente, ma tutto con i piedi per terra, data la credenza alla fede e alle visioni degli dèi e miti nordici dell’epoca.
La suddivisione in capitoli è un’ottima prosa. Epicitá pura che a confronto Thor dell’MCU spostati proprio...! Finale memorabile. Alcune situazioni strapperanno dei sorrisi.
Il concept è questo, il libero arbitrio è un’illusione e il destino è scritto. Sembra banale, ma il contesto regge tutto bene.
La durata di due ore e un quarto è impercettibile, dati i tanti elementi narrativi che tornano e ritornano e nonostante l’andamento in apparenza lento, ma che sa’ prendersi i suoi tempi.
Come difetti direi sono più soggettivi che oggettivi. Tipo in un caso ho notato un elemento “fantasy” che è troppo “fantasy”, (la spada di Amleth quando si estrae e perché), questa mi è sembrata non tanto con i piedi per terra, ma è una cosa mia che non ho capito. Da solo è un ottimo film, ma secondo me a confronto con i precedenti rimane troppo ancorato sul classico raccontato senza spingere di più a mostrarne il lato negativo e dunque stravolgerlo. Lo fa’, ma non abbastanza. Più che altro è una scelta autoriale che un’ingenuità.
Insomma, bellissima Anya Taylor Joy (più del solito), grande Robertino, anche questo azzeccato, 3 su 3.
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