Regia di David Leitch vedi scheda film
Il quinto film targato David Leitch è una trasposizione da graphic novel, la seconda dopo Atomica Bionda. In questo caso, il regista statunitense ha preso come ispirazione I sette killer dello Shinkansen, di
.La trama è molto semplice da comprendere ed in poche sequenze il quadro generale si delinea agevolmente: Ladybug (Brad Pitt), Tangerine (Aaron Taylor-Johnson), Lemon (Brian Tyree Henry), Padre (Andrew Koji), Prince (Joey King), Wolf (Bad Bunny) e Hornet (Zazie Beetz) sono sette figure che, per motivi diversi si ritrovano nello stesso spazio chiuso: il treno Tokyo-Kyoto.
Tra killer di professione, agenti segreti di riserva e persone motivate dalla vendetta personale, le occasioni per intrecciare e rimescolare le carte non mancheranno; il finale, con la sua resa dei conti multipla, vedrà anche l'apparizione del temibile Morte Bianca (Michael Shannon).
Il titolo esalta all'estremo un determinato tipo di cinematografia (leggasi Tarantino e, soprattutto, il suo epigono Rodriguez), sovraccaricandosi di contenuti visivi fino al parossismo, in particolare nell'epilogo ricco di effetti speciali pirotecnici. Effetti speciali che costituiscono certamente la parte migliore di questa pellicola, che per il resto si contraddistingue per una costante caricatura e scimmiottamento di molti altri film stilisticamente coevi.
Lungi dal voler essere un capolavoro, Bullet Train è comunque un lungometraggio che scivola con facilità lungo le oltre due ore di girato, soprattutto se la mente e il corpo sono predisposti alla visione.
In sintesi, se volete passare un pomeriggio o una serata all'insegna della leggerezza mentale, senza dovervi gettare in profonde disamine successive, l'ultima fatica di David Leitch potrebbe anche fare al caso vostro; diversamente, potreste rigettare totalmente il progetto.
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