Una serie di eventi concatenati spingono alcuni individui, che poi si scoprirà abbiano in comune la circostanza di essere killer, ad imbarcarsi su un treno ad alta velocità diretto da Tokyo a Kyoto.
Tra costoro spicca un biondo e laconico, affascinante sicario soprannominato per l'occasione Ladybug (Brad Pitt), che all'ultimo viene incaricato di sostituire un suo collega con piccoli problemi di salute, e per l'occasione viene condotto in missione sotto la guida di una zelante colelga che gli suggerisce tramite collegamento auricolare.
Nella missione apparentemente banale di rubale una valigetta ad una coppia di altri sicari, si innesca una rocambolesca corsa che segue la tratta del super treno, durante il cui tragitto ne succederanno di tutti i colori, tra morti a bruciapelo, sieri velenosi non meno del serpente sfuggito e libero di vagare tra i vagoni di lusso e quelli decisamente più kitch del tecnologico convoglio.
Fino ad una resa dei conti in cui tutto, più o meno, trova spiegazione, in un finale rutilante e col botto.
Adattando il romanzo I sette killer dello Shinkansen del 2010, di Kotaro Isaka, il regista specializzato in film action David Leich (ha pure un glorioso passato da stuntmen, ed in regia lo ricordiamo realizzatore degli adrenalinici Atomica bionda, del sequel fortunato Deadpool 2 e del reboot Fast & Furious - Hobbs & Shaw) dimostra anche in questa occasione capacità di confrontarsi con il movimento adrenalinico assai spiccate.
Ma, come suggerivano gli antichi, qua ancora più che nei suoi fortunati lavori precedenti citati, "il troppo stroppia" e il film action, formalmente impeccabile, ironico e scoppiettante sin dai dialoghi che fanno il verso in modo sin sfacciato al cinema di Tarantino, scimmiottandolo, si rivela una vera ed inesauribile "burinata", forte di una manciata di siparietti divertenti, qualche attore davvero simpatico (la coppia sexy biondo-bruno Brad Pitt e Aaron Tylor-Jonhson funziona alla grande), ma un ritmo esagerato e a ripetizione finisce per creare quell'effetto "luna park" che sposta l'entusiasmo in zona "mal di mare".
Nel cast sfaccettato di attori carismatici (Michael Shannon si fa desiderare, ma quando entra in scena fa terra bruciata come solo Christopher Walken riuscirebbe a fare), anche qualche cameo divertito che mette in scena Sandra Bullock in un ruolo assieme centrale ma anche defilato, Ryan Reynolds nei panni del protagonista mancato, e Channig Tatum in quello di un passeggero qualunque che si infatua degli strani individui che si vede passare dinanzi.
Ma Brad Pitt, nonostante il film risulti fracassone fino a provocar nausea, è simpatico nel rendere divertente il personaggio incauto, incosciente, cinico quanto basta a cui è chiamato a dar vita, e lo fa senza risparmiarsi in espressività ed ironia, sfoderando un fisico che, più che da sessantenne quale appare anagraficamente, ce lo restituisce come quarantenne in forma invidiabile.
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