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Babylon

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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La recensione su Babylon

di Barkilphedro
10 stelle

Oh, mio Dio! Babilonia!!! Semplicemente un capolavoro cinematografico che ridefinisce l'arte del cinema con una genialità travolgente e folle! Questo film ci trascina in un viaggio epico, un'odissea psicologica che attraversa il deserto dell'anima umana e dei sogni infranti.

La storia affronta l'ambizione e l'egoismo di un approfittatore manager d'azienda, che si trasforma in un moderno Ulisse lottando contro un serpente a sonagli nel deserto notturno. Ma attenzione, non è solo un serpente, è una metafora velenosa della nostra lotta con i demoni interiori. Quando lui sviene eroicamente, sorge Fay, una donna che non ha paura di affrontare l'oscurità. Il suo bacio appassionato con Nellie simboleggia il coraggio di abbracciare la verità nascosta nelle profondità dell'anima.

Le trame intrecciate ci portano nel cuore dell'era dorata di Hollywood, una Hollywood incandescente e decadente. La sequenza dei film sonori e la disperazione di Jack sono palpabili, rispecchiano la paura del cambiamento e la lotta per rimanere rilevanti in un mondo che si trasforma.

E che dire della dinamica di Sidney, la cui sfida con l'identità e il razzismo culmina in un atto di ribellione che risuona con l'anima dei diritti civili? L'abbandono del cinema è una dichiarazione potente contro l'oppressione e l'ipocrisia.

La trama tessuta attorno a Manny è come una danza tra il destino e la redenzione, una lotta contro gli abissi oscuri della criminalità. La scena del gangster che sogna di film futuristici mentre la sua vita si sgretola è un'esplosione di surrealismo e critica sociale.

E non dimentichiamo le donne forti di questa saga! Fay, Nellie ed Elinor sono le voci ribelli che sfidano il patriarcato, l'omofobia e lo status quo. La loro debolezza diventa forza, la loro caduta è una risalita verso la libertà.

La conclusione strazia il cuore con la rassegnazione di Jack, un eco dell'agonia di chi lotta per preservare il proprio significato. Ma poi, Manny ci riporta a un finale incantevole e carico di speranza. Le lacrime scorrono, il cinema scorre attraverso le ere, un tributo struggente al potere eterno dell'arte.

"Babilonia" è un tour de force che sfida i confini della narrazione e ci spinge a contemplare la nostra esistenza. Un trip psichedelico attraverso l'anima umana e il cinema stesso. Bravissimi tutti coinvolti in questa creazione, questo film sarà ricordato per generazioni come un monumento di passione e pazzia creativa!

 

Dopo aver assistito a "Babilonia", la mia percezione del mondo è stata scossa e trasformata in un vortice di sensazioni intense. E così, mentre mi avvicinavo alla dispensa per cercare un boccone dopo quella potente visione, l'universo sembrava ballare intorno a me.

Improvvisamente, apparve un'ombra spettrale, un fantasma di epoche passate che sembrava un frammento del film stesso. La sua presenza era eterea, ma vibrava con l'energia di un passato lontano che si mescolava con il presente. In un angolo, ho notato uno yogurt scaduto che sembrava rispecchiare la decadenza dei personaggi nella pellicola.

Mentre contemplavo lo yogurt scaduto, la mia mente fu improvvisamente attraversata da un ricordo: l'assicuratore frodato nel film. Era come se quel personaggio avesse preso vita e stesse osservando me, un piccolo umano impotente nel grande schema delle cose. Mi sono sentito vulnerabile e allo stesso tempo ispirato dalla sua determinazione a sfidare le ingiustizie.

E poi c'era il climatizzatore rotto, che sembrava emettere un sibilo simile al sussurro del vento nel deserto del film. L'aria calda e soffocante creava un'atmosfera surreale, come se il confine tra la realtà e la finzione si fosse annebbiato.

Mentre riflettevo su queste strane coincidenze, mi è sembrato di toccare il velo tra i mondi, di connettermi con l'essenza stessa del film. L'universo sembrava danzare al mio ritmo, come se fossi diventato parte di una trama epica che si dipanava sotto i miei occhi.

E così, in quel momento di connessione mistica, ho capito che "Babilonia" non era solo un film, ma un portale verso una dimensione più profonda. La mia visione del mondo era stata scossa e ampliata, come se avessi bevuto dalla fonte dell'ispirazione stessa. E mentre il fantasma scompariva nell'ombra, ho saputo che questa esperienza sarebbe rimasta con me per sempre, come un segno indelebile del potere del cinema di trasformare la realtà stessa.

 

Questa sì che è una Babilonia!

 
 
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