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Babylon

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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La recensione su Babylon

di friedmandriver
5 stelle

L'attesa per il nuovo titolo di Damien Chazelle, fermo ormai da quattro anni abbondanti (First Man, ultimo lungometraggio, è del 2018), è stata carica di suggestioni, desideri, aspettative ed ogni tipo di macchinazione. Elementi che quasi riassumono i punti salienti del film stesso, babilonico e denso di possibilità già dal trailer. E la prima parte di pellicola vola proprio sulle ali di questo entusiasmo e dell'euforia generata dal contesto storico: il 1926 è l'anno zero, con le sue affermatissime star del cinema muto e con una schiera di figure professionali, e non, pronte ad emergere in quel caotico e rumoroso mondo pre-sonoro; il prologo della storia, affidato ad alcune sequenze immerse in una festa dai contorni baccanali e orgiastici, diventa la perfetta sintesi di tale universo.

 

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Babylon (2022): Margot Robbie

 

La sezione che segue, e che si protrae fino a metà lungometraggio, illustra magistralmente gli intrecci e le ripercussioni di tutta una serie di scelte audaci e di sliding doors capaci di aprire spiragli inaspettati per la giovanissima Nellie LaRoy (Margot Robbie), destinata a diventare una star grazie alla propria sfrontatezza e ad una naturale abilità nel saper cavalcare le necessità registiche di turno. Un mondo che in tale momento vede Jack Conrad (Brad Pitt) quale suo uomo copertina, una celebrità perfettamente in grado di trascendere la popolarità cinematografica: un divo a tutti gli effetti, legato ad uno stile di vita che non guarda oltre al presente. Manny (Diego Calva) è invece una figura che ottiene successo partendo dal basso, analogamente a Nellie, ma nel campo produttivo. Sidney Palmer (Jovan Adepo), trombettista jazz che riesce ad avere un grande successo grazie ad una serie di corti legati alla sua professione, offre un altro interessante punto di vista da cui osservare gli eventi.

 

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Babylon (2022): Brad Pitt e Diego Calva

 

Il lungometraggio giunge con grande scorrevolezza fino a metà, portando su schermo una grandissima Robbie e costruendo un impianto eccellente sul piano scenografico e costumistico, con un linguaggio sempre più consapevole nel corso degli sviluppi (quasi come se la pellicola avesse a sua volta un percorso di crescita e di sviluppo, affrancandosi da uno stile più didascalico ed acquisendo un montaggio sempre più naturale e vicino a quello del cinema classico). Ciò che però colpisce, negativamente, è la costruzione di alcuni personaggi e lo sviluppo del racconto: se infatti l'approccio con il cinema sonoro viene legato ad una sequenza iconica in cui Nellie LeRoy è costretta a ripetere una medesima battuta infinite volte, tutto il resto volge rapidamente al peggio.
Il trash fa presto la sua comparsa e segna un punto di svolta inaspettato nel racconto. Ma non solo: Brad Pitt non riesce mai ad ergersi sopra allo status di macchietta, rendendo nulla la sua interpretazione; Margot Robbie, brillante fino a quel momento, scivola in un personaggio patetico e verso il quale diventa difficile provare empatia; Manny, pur mantenendo le redini della storia e diventandone il vero protagonista, interagisce con alcune situazioni incredibilmente assurde e, in generale, non convince mai del tutto; la trama in sè, infine, perde tremendamente efficacia e si consuma al pari delle carriere attoriali dei grandi divi del cinema muto.

 

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Babylon (2022): Jovan Adepo

 

Nonostante il prodotto sia tecnicamente corretto e ben realizzato, era lecito aspettarsi molto di più. La sequenza finale, legata ad una sorta di epifania di Manny, mostra meglio di tante riflessioni quanto il potenziale di questa pellicola fosse grande, immenso. Forse sconfinato. Perdersi non è una colpa tra le più gravi, può capitare anche ai migliori registi quando il concept assume una portata così ampia, con la volontà di inserire delle storie dentro ad una Storia che è parte integrante del proprio mestiere e della propria crescita personale e lavorativa.
Sicuramente Chazelle non avrà alcun problema a sfornare nuovi capolavori in futuro; Babylon, purtroppo, non lo è nemmeno lontanamente.

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