Regia di Giovanni Fago vedi scheda film
Grottesca avventura brasiliana per Tomas Milian .
Avventura sudamericana per il buon Tomas Milian , sempre a suo agio in queste interpretazioni un po' sopra le righe di banditi straccioni , magari un po' folli o idealisti . Stavolta però non siamo nel Messico delle cento rivoluzioni , ma nelle selvagge praterie del sertao brasiliano , negli anni '20 del secolo scorso . Anche qui però abbiamo un governatore dispotico ed avidamente asservito ai capitalisti stranieri , in questo caso i petrolieri europei . E pure qui abbiamo delle cenciose bande di briganti che combattono contro di lui . Quindi , tra Messico e Brasile , la storia non cambia più di tanto . Quello che cambia è la regia , che vede all' opera , invece di un Sergio Corbucci o di un Sergio Sollima , il mediocre Giovanni Fago , che sceglie per la narrazione un registro parecchio più grottesco , inserendovi anche un eremita visionario e perfino un gruppo di gangster italo-americani in esilio in Brasile ! Tomas Milian gigioneggia , doppiandosi da solo in un idioma che miscela spagnolo , romanesco e portoghese , Eduardo Fajardo fa il solito viscido ed avido cattivone , mentre Ugo Pagliai interpreta un personaggio che pare una via di mezzo tra il Marlon Brando di " Queimada " ed il Lou Castel di " Quien sabe " , mentre invece si rivelerà più affine al Franco Nero de " Il mercenario " o di " Vamos a matar companeros " . Altri aspetti positivi sono le locations originali brasiliane , la luminosa fotografia dello spagnolo Alejandro Ulloa ed i bei costumi dei cangaceiros di Luca Sabatelli . Il tutto al ritmo delle gradevoli melodie brasileire di Riz Ortolani , a volte frenetiche , a volte nostalgiche . Diciamo che , generosamente , posso dargli un 6 .
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