Regia di Giovanni Fago vedi scheda film
Nel nord del Brasile un bandito si convince di essere il Redentore, e così si fa chiamare. Il locale governatore, anzichè combatterlo, decide di sfruttarlo per radunare attorno a lui una massa di disperati e contrastare le azioni degli altri banditi che imperversano nella zona.
Western (spaghetti) non western, questo O' cangaçeiro, terza regia in tre anni per Giovanni Fago, fino a quel momento - non per caso, a questo punto - autore di due western all'italiana. Le affinità con il filone sono evidenti: il rivoluzionario bandito interpretato qui da Tomas Milian non è però messicano, bensì brasiliano; e alle richieste di libertà, di sfuggire all'oppressione dei potenti da parte di una popolazione centramericana, qui si oppongono le medesime richieste, ma ambientate in Sudamerica. La sceneggiatura è firmata da Bernardino Zapponi, alla sua unica esperienza nel genere, autore peraltro in quello stesso anno anche del copione de I clowns di Federico Fellini; accreditato come collaboratore alla sceneggiatura è invece Josè Luis Jerez, nel segno della doppia targa italo-spagnola indossata dalla produzione della pellicola; il soggetto è invece attribuito ad Antonio Troisio e al regista, entrambi esordienti in un ruolo di scrittura. La storia preme leggermente il pedale dell'ironia, facendo sbrigliare il non nuovo lato cafone e sanguigno del protagonista (che lo cavalcherà nel decennio successivo, imperversando nei poliziotteschi con personaggi fondamentalmente ispirati da quelli da lui interpretati nei western di fine anni Sessanta); fra gli altri nomi sul cartellone vale la pena di citare quelli di Ugo Pagliai, Eduardo Fajardo, Howard Ross e Leo Anchòriz. Musiche di un Riz Ortolani meno ispirato del solito. 3/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta