Regia di Giovanni Fago vedi scheda film
Simpatico delirio firmato da Giovanni Fago che confeziona un film d'azione in un contesto avventuroso (le esterne sono state girate addirittura a Bahia) e con intelaiatura western.
Molti lo annoverano tra gli spaghetti western, ma credo non sia corretto. Di western ci sono gli attori (penso soprattutto ai vari Fajardo e Anchoriz), le sparatorie e l'atmosfera da tortilla western, il resto non è riconducibile al genere a partire dall'ambientazione brasiliana e dalla bellissima colonna sonora tutta carioca curata da Riz Ortolani.
Fago apre subito in modo folle con un Tomas Milian straccione che coccola una vacca che ha rubato. Le toglie le zecche, l'accarezza, la fa bere. Intanto dei soldati, intenzionati a punire un villagio colpevole di dare asilo ai cangaceiro (sorta di peones brasiliani), uccidono tutti compresa la vacca di Milian. Il fatto manda su tutte le furie il nostro. Salvato da un eremita che sembra Fu Munchu e che sostiene di esser stato tre volte in paradiso e una all'inferno, il nostro si convince di esser stato investito dal Signore e assume il soprannome di Redentore. Inizialmente vaga come un Messia, predicando la fece ed esibendo grosse croci di legno. Deriso da tutti, si trasforma in un messia rivoluzionario.
Prende così piede un film grottesco, con un Tomas MIlian che sale in cattedra grazie a un personaggio assolutamente fuori da ogni schema e con un look alla Jack Sparrow de L'Isola dei Caraibi (tanto per intenderci). Dialoghi e battute sopra le righe, momenti da farsa comica come la cena in cui la banda di straccioni di Milian "cafoneggia" al tavolo con i vip brasiliani (roba da fagioli western), "La mia missione viene comandata da lassù" urla il redentore convinto di essere un Messia.
Nonostante le apparenze da buffone inconcludente è abilissimo con la carabina, tanto da costituire la banda di cangaceiro più terribile della zona, seppur guidata da moventi etici: rubano ai ricchi per dare ai poveri.
Inferocito per la storia della vacca, il nostro si schiera contro il governatore finché quest'ultimo, incapace di piegare le resistenze degli uomini guidati dal Redentore (nonostante non siano più di una trentina!?), si accorda con lo stesso per far piazza pulita di tutte le altre bande (che a differenza di quelle del protagonista sono delle vere e proprie bande di furfanti egoisti). Segue la mattanza messa in atto da un Milian convinto di agire per il bene del popolo, ma incapace di comprendere di esser stato manovrato.
Compare inoltre il solito europeo doppio giochista tipico dei tortilla western, che getta nel caos il protagonista per poi salvarlo e manipolarlo a piacimento quando le cose sembrano volgere al peggio. Questa volta abbiamo un olandese interpretato da Pagliai che agisce per i fini imprenditoriali (si ricerca il petrolio).
A un certo punto entrano in scena addirittura dei mafiosi italo-americani (doppiati con accento siciliano) espulsi dagli USA e incaricati di uccidere il Redentore (!?).
Seguono duelli a colpi di machete, preti che benedicono con la nitroglicerina e la resa dei conti finale tra Fajardo e un Milian che sembra un giullare di corte che salta da un posto all'altro deridendo l'avversario.
Fago gira il tutto con un ritmo vorticoso, belle inquadrature e grandi location ora paludose ora desertiche.
Le interpretazioni sono buone, Milian eccelso, Pagliai piuttosto freddo. Bene Fajardo. Cammei per Howard Ross (il nostro Rossini) e Leo Anchoriz.
Notevole sound, anch'esso scatenato, di Ortolani.
Divertente, ma non è un western. Indicato per chi cerca pellicole bizzarre.
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