Regia di Philippe Grégoire vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 39: CONCORSO TORINO 39
La regola del sospetto a volte si sostituisce all'indagine, rendendo più automatico e prestabilito il raggiungimento di uno stato di colpevolezza, e meno determinante il corso di un' indagine seria e estranea da pregiudizi nel determinare gli effetti colpevoli.
Un incidente assurdo occorso ad una zelante dipendente della dogana del Quebec punta i fari dell'attenzione sulle abitudini sessuali, giudicate improprie e fuori controllo, in capo ad un mite e giovane istruttore di tiro, che esegue con diligenza il suo lavoro pur senza esser preso da motivazioni esclusive e dominanti.
Inviato a casa per un congedo forzato in attesa di chiarire la propria posizione, il ragazzo torna al proprio circuito di corse, la cui madre gestisce come attività di famiglia.
Ma anche qui il ragazzo viene ritenuto il primo indiziato di un controverso episodio di diffusione di volantini a tematica pornografica appesi ai muri della chiesa cittadina, tra lo sconcerto dei credenti.
Tallonato da poliziotti ottusi deviati da preconcetti ineludibili, e molestato da una morbosa assistente sociale ninfomane che vorrebbe abbordare il giovane, ecco che il ragazzo sarà costretto a trovare la complicità di una bella pilota islandese giunta in loco per disputare una gara di corsa, e fuggire con lei dopo una rocambolesca fuga con pestaggio a sangue.
Le bruit des moteurs è un film folle e provocatorio che punta il dito del suo barocco j'accuse sui preconcetti che rendono cieca e sommaria una giustizia terrena quasi sempre iniqua e fragile.
Il canadese Philippe Grégoire utilizza la propria precedente esperienza lavorativa per creare un mondo surreale tutto eccessi e comicità trattenuta, per portare avanti una denuncia mirata tutt'altro che posticcia e balorda.
Ne deriva un film a comicità trattenuta ironico e sferzante che ricorda un po' lo stile imprevedibile e sarcastico del connazionale, ormai notissimo, Quentin Dupieux.
Un film che spiazza, stravolge e sferza gli animi, portando avanti con stilizzate scenette tragicomiche una denuncia mirata su un fenomeno pericoloso e deviato come è il pregiudizio e la supponenza di fronte alla necessità di un metro di giudizio avulso da preconcetti.
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