Regia di Juan Carlos Tabío vedi scheda film
Quando sembra che il film abbia preso un taglio non realistico, si scopre che in effetti non poteva essere vero. Il terminal diventa la metafora di un'isola dove la gente è bloccata (dal "bloqueo"), vorrebbe scappare, oppure dipingerla a colori e desiderare, sognare di restare e di rendere tutto più bello, con quella solidarietà che nasce nelle situazioni difficili.
I colori restano invece nei quadri che si intravedono nel film, e che sono molto diffusi nei quadri surrealisti (forse un altro modo di evadere) che si possono vedere in vendita in giro nel Paese.
Grande Perugorria, nella caratterizzazione del furbastro porcellone. Anche la voce (nella versione originale) rende bene il carattere del personaggio.
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