Regia di Juan Carlos Tabío vedi scheda film
A Cuba, in una stazione per autobus, un gruppo di gente è in attesa per prenderne uno, chi per Santiago chi per L'Avana: si fa la conoscenza di un piccolo gruppo di persone, tra cui spiccano Emilio (Vladimir Cruz), che si sente attratto dalla bella Jacqueline (Tahimi Alvariño), che di lì a poco dovrà convolare a nozze col fidanzato, e Rolando (Jorge Perugorría), un furbastro che si finge cieco per poter avere la precedenza per un posto libero nella corsa sul primo mezzo destinato a partire.
Quando gran parte della comitiva salita a bordo sta per partire per la prima corsa disponibile, ecco che il mezzo si guasta e quasi tutti decidono di rimanere alla stazione, iniziando a conoscersi reciprocamente e ad instaurare rapporti da un lato, ma anche alcuni screzi dall'altro.
'Lista d'attesa' è una spassosa satira della società cubana dell'epoca (il film è ambientato nel 2000, anno di uscita), in cui vengono messe innocentemente alla berlina le arretratezze del paese nell'ambito di un settore chiave come quello dei trasporti pubblici, le ottusità di certi burocrati zelanti, le furberie e meschinità di alcuni individui, contrapposte alla solidarietà e alla generosità di altri.
Juan Carlos Tabío dirige un film dagli echi buñueliani, per la sua dimensione onirica ad incastro, che crea nell'ultima parte una sensazione di spaesamento, ricco di citazioni (cinematografiche, come L'angelo sterminatore', proprio di Buñuel, citato in un dialogo tra due donne che però non ricordano il titolo, e 'Profumo di donna' di Dino Risi, citato da Rolando e letterarie, come 'La nausea' di Jean Paul Sartre), avente per tema principale le storture della società voluta e costruita da Fidel Castro con la Rivoluzione del 1959, vista con uno sguardo a metà tra il fortemente critico e l'affettuoso, riuscendo a restituirne l'atmosfera un po' malinconica ma positiva nello spirito, attraverso il ritratto del microcosmo che rimane bloccato nel non luogo rappresentato dalla stazione delle corriere.
Punto debole del film è il livello, non certo eccelso, delle interpretazioni - eccezion fatta per Jorge Perugorría - 'aggravato' da certe (inascoltabili) voci dei doppiatori.
Voto: 7.
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