Regia di Joseph V. Mascelli, Jack Pollexfen vedi scheda film
Travagliato fanta-horror girato nel 1958, in soli dieci giorni, con sostituzione in regia e fallimento della produzione. Completato solo cinque anni più tardi (1963), con l'escamotage di una voce narrante.
La signora March (Marjorie Eaton) è una donna ormai anziana, con strane idee sulla possibilità di tornare, nell'aspetto fisico, indietro nel tempo. Sfruttando le ricerche sull'energia atomica, eseguite da Frank (Frank Gerstle) - un folle scienziato al suo servizio - assume così come domestiche tre attraenti ragazze, con l'intenzione di trapiantare il suo cervello in un corpo giovane e provocante.
Prodotto con il titolo di Atomic brain (per giustificare la presenza di un reattore nucleare nella cantina dell'anziana protagonista), il film viene iniziato nel 1958, dietro regia di Joseph V. Mascelli, ben presto sostituito da Jack Pollexfen [1]. A seguito del fallimento della casa di produzione, la lavorazione si interrompe. Solo anni più tardi il materiale viene recuperato e reso parzialmente completo grazie al commento fuori campo di Bradford Dillman, fratello dello sceneggiatore del film, Dean Dillman Jr. Girato in soli dieci giorni su un set povero e con apparecchiature fantascientifiche che proiettano l'ambientazione indietro nel tempo (anziché avanti), Monstrosity compete con le opere di Ed Wood per quanto al limite del guardabile, nonostante la presenza di donne formose e addirittura mezze nude tipo Margie Fisco, la prima ad apparire nella macchina del dottore, in ruolo di cadavere rianimato, dopo essere stata sottoposta a un trapianto del cervello. Prima infatti che entrino in scena le tre domestiche (ognuna di una differente nazionalità, in arrivo cioè da Austria, Inghilterra e Messico), il dottor Frank ha già dato vita anche a un uomo-cane, motivo per cui la successiva tappa della sua edificante ricerca è la donna-gatto.
La trama soffre di rimaneggiamenti dovuti alle traversie produttive, e il risultato finale sconfina nel patetico principalmente come conseguenza del pessimo commento fuori schermo. D'altra parte dietro alla macchina da presa c'erano due pasticcioni: Mascelli, cameraman dell'esercito anche autore del libro The five C's of cinematography, e - non accreditato - Pollexfen, un produttore che è stato anche regista in due circostanze, oltre a questa: in Dragon's Gold (1954) e nel bruttissimo L'uomo che uccise il suo cadavere (1956). Monstrosity non raggiunge nemmeno il grado zero del "so bad so good", essendo tutt'altro che divertente, a differenza ad esempio dei film di Wood, ponendosi per risultato al limite estremo della miseria tecnica e artistica.
[1] Fonte: parzialmente dall'imdb
"La maggior parte delle persone credono che la mente sia uno specchio, che riflette più o meno accuratamente il mondo esterno, senza rendersi conto, al contrario, che la mente stessa è l’elemento principale della creazione."
(Rabindranath Tagore)
Trailer
Monstrosity (Joseph V. Mascelli, Jack Pollexfen, 1963) - V.O.
F.P. 07/09/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 64'52")
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