Regia di Luigi Magni vedi scheda film
San Filippo Neri è uno di quei santi della tradizione cattolica che fa simpatia. Inventore degli oratori, rappresentò il volto umano della Chiesa romana nel primo periodo della Controriforma, quando i soldati vestiti di nero e capeggiati da Ignazio di Loyola (fondatore della Compagnia di Gesù), combattevano la loro guerra contro i nemici nemici esterni (musulmani, ebrei) ed interni (luterani, riformati di ogni altra tendenza) al Cristianesimo. Per questo, per la sua lontananza dalla Chiesa delle gerarchie, per il suo carattere bonario (veniva soprannominato "Pippo buono") e semplice, che gli faceva preferire le Laudi di Jacopone da Todi e le Facezie del Piovano Arlotto (come ho appreso da Wikipedia) agli Esercizi spirituali del Loyola, non poteva non piacere a Luigi Magni, cantore della Roma papalina, una città magari capitale nel bene e nel male della Cristianità, ma non ancora metropoli capitale d'Italia, sede di ministeri e conventicole che dai palazzi cardinalizi hanno preso solo la propensione all'intrigo e non quella alla sacralità.
Il film si tiene su questa linea di media spettacolarità, destinata soprattutto a un pubblico televisivo (ricordo di avere visto in Tv la serie in tre o quattro puntate ai tempi del liceo), assai meno cinematografica di altri lavori del regista. La stessa scelta del faccione bonario di Johnny Dorelli per la parte del protagonista la dice lunga sulle intenzioni dell'autore, che presenta una Chiesa tutto sommato tollerante e bonaria, anche se in quel periodo la realtà era di ben altro tenore e anche se il papa che governava Roma nell'ultima parte della vita di San Filippo fu quel sisto V che (come dice lo stesso parroco) «non perdonava neppure a Cristo». In ogni caso, State buoni se potete è uno spettacolo che non fa male vedere, un intrattenimento di medio valore artistico, rafforzato da una bella colonna sonora di Angelo Branduardi che fa cantare i bambini, ma si imprime nella mente anche dei più grandi.
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