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Beatrix

Regia di Milena Czernovsky, Lilith Kraxner vedi scheda film

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La recensione su Beatrix

di EightAndHalf
6 stelle

In questo compendio di banalità quotidiane di banale non c’è nulla. È vero che Beatrix, sempre in scena, “attiva” la narrazione e la sequenza di volta in volta aprendo un frigorifero, pulendo un forno, apparecchiando una tavola o leggendo un libro, ma il punto è come la stessa sequenza viene apparecchiata e incorniciata dalla giovane protagonista, che all’inizio, come col protagonista di Ferro 3 del fu Kim Ki-duk, esplora una casa che non conosce e la modifica a sua stessa immagine e somiglianza. Le due registe tedesche (Kraxner e Czernovsky) non sono interessate a spiegarci la vita di Beatrix; quello che ci basta intuire è che la ragazza in quella casa può concentrarsi (forse su se stessa?) e può finalmente perdere del tempo. Persone vanno e vengono, alcune attraenti (donne) e alcune sgradite (uomini), ma è sempre Beatrix ad “attivare” la scena, a sistemare gratuitamente gli oggetti per il bene della natura morta, a contorcersi su un grosso pallone rosso gonfiabile nel giardino. Rumori di stoviglie e piatti e passi che ricordano che le azioni ovvie ci definiscono più di quanto possiamo renderci conto, e che a volte sono quelle che bastano per tutto. Alla fine Beatrix, con il suo incedere akermaniano, è un piccolo cosmo di micro-eventi, in cui Beatrix è in un posto e ci sta dentro bene, un posto che tiene lontani ricordi da spurgare e allontanare, da tagliare via come unghia e capelli. È un po’ ovvio, dati questi assunti, ritrovare molte sequenze con cornici, specchi, riflessi, umili tableaux vivants di cianfrusaglie e sporcizia, ma meno ovvia è l’abilità di Kraxner-Czernovsky di spezzare godardianamente i pezzi di corpo di Beatrix e di indagarne gli angoli oscuri con lo stesso fare certosino della loro protagonista. E meno ovvio è il finale, che sottilmente concede a un personaggio secondario – non tedesco, che più distante non potrebbe sembrare – di “attivare una scena”, di coprire Beatrix dormiente (improvvisamente senza controllo) con un lenzuolo e di domandarle cosa pensa delle stelle. 

Forse alla fine, con naturalezza, qualcuno è entrato nella vita di Beatrix.

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