Regia di Glenn Danzig vedi scheda film
La seconda regia del compositore musicale Glenn Danzig, sembra un (brutto) incrocio tra il cinema di Russ Meyer e quello di Jess Franco. Un western a base di vampiri che riporta, in maniera anacronistica, sugli schermi la follia surreale del cinema grindhouse anni Settanta.
Death Rider (Devon Sawa) viaggia a cavallo con una vergine (Tasha Reign) prigioniera, attraversando il deserto, per raggiungere come destinazione il "Santuario dei vampiri". Una volta raggiunta la mèta, la ragazza viene offerta in cambio dell'accesso. Appena entrato, Rider incontra il conte Holiday (Julian Sands), proprietario del locale che lo mette in guardia dal compiere qualunque tipo di trasgressione.
"Last chance: go back now!"
(Cartello di avviso, posto in prossimità del Santuario dei vampiri)
La seconda regia di Glenn Danzig (ved. recensione su Verotika) è un b-movie realizzato in omaggio al cinema pulp anni '70, in particolare un incrocio tra western e horror con vampiri. Un pò come accade nel classico Dal tramonto all'alba (Robert Rodriguez, 1996), la storia si svolge tutta all'interno del "Santuario". Per riportare sullo schermo un'atmosfera puramente vintage, Danzig imposta una regia minimalista con uso di zoom e dissolvenze, associate a lunghe e silenziose sequenze. L'idea è interessante ma la sceneggiatura è molto scadente e in genere, nonostante un personale taglio artistico (i titoli in stile fumetto, la fotografia con predominanza di tonalità blu, viola e rosa), Death Rider in the house of vampires sembra un film di Jess Franco, purtroppo di quelli girati in fretta e furia, nonchè poco (o per nulla ) riusciti. La presenza di celebrità (Danny Trejo, Eli Roth, le sorelle gemelle Soska e Julian Sands che, in maggior modo, recita seduto su un trono) va a braccetto con le contenute performance di pornostars famose: Tasha Reign, nella lunga scena iniziale di oltre 10 minuti, trascinata a cavallo in topless e Ashley Wisdom (attrice che nel 2017 ha lavorato persino con Rocco Siffredi in Sex analyst).
Esattamente come era accaduto per Verotika, l'occhio maschile anche in questa circostanza trova motivo di appagamento per la presenza di un folto gineceo, contraddistinto da sensuali vampire dai seni abbondanti, poco vestite con abiti dalle ampie scollature e corsetti attillati. Le scene splatter soffrono di ritocchi in computer grafica, essendo limitati in genere a effetti di combustione (i vampiri bruciano come carta). Danzig scrive, produce, dirige, realizza la colonna sonora (limitata all'incipit e sullo stile del Morricone de "La trilogia del dollaro" di Sergio Leone) e si riserva anche il ruolo di Bad Bathory. Il risultato finale appare simpatico solo se inteso come omaggio alla mitologia dei succhiasangue e al cinema di serie B destinato ai drive-in, quindi volutamente mal scritto e girato. Il prodotto è ovviamente indicato ai nostalgici, ovvero a quelli in grado di apprezzare un tipo di cinema povero e folle, coloratissimo e privo di ogni minimo senso narrativo. Quest'ultimo aspetto diventa anche un pregio, visto che tantissimi finto-horror degli ultimi tempi hanno spesso in realtà l'intento di proporre comizi dai risvolti politici (talvolta prolissi e pesanti, al limite di una conferenza di partito). Death Rider in the house of vampires non annoia con metatesti nascosti: le vampire tettone si mostrano per quello che sono, le colt "cantano" con fermezza (le sparatorie sono molto ben realizzate) e all'interno del "Santuario dei vampiri" non sono celati tranelli di genere. Cinema di intrattenimento puro, insomma, realizzato non proprio bene e destinato solo a un pubblico selezionato.
Curiosità
In conclusione si assiste a una falsa cavalcata notturna nel deserto, da parte del protagonista assieme alla vergine "recuperata". Una scena che omaggia ironicamente il grottesco finale de I wurdulak (episodio presente nell'indimenticabile I tre volti della paura di Mario Bava).
"Il seno si accarezza, si vezzeggia, si mordicchia affettuosamente. Per consolarlo della sua pochezza, di essere solo un seno. Nella perfezione del culo c’è un orgoglio luciferino che va abbattuto e degradato."
(Massimo Fini)
Trailer
F.P. 05/09/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 92') / Data del rilascio USA: 27/08/2021
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