Regia di Scott Derrickson vedi scheda film
Finney è un tredicenne timido e vessato dai bulli della scuola, oltre ad avere un padre alcolizzato che picchia lui e sua sorella Gwen. Quando viene rapito dal “Rapace”, un serial killer che terrorizza la sua scuola, noto alle cronache per rapire adolescenti della sua età, e segregato in uno scantinato, per Finney la sola via di comunicazione con l’esterno è un vecchio telefono apparentemente non funzionante ma che gli permette di parlare con le vittime che lo hanno preceduto.
A quasi due lustri dalla sua ultima pellicola horror e dopo aver diretto il suo primo film del Marvel cinematic Universe, Scott Derrickson richiama Etahn Hawke, già protagonista di Sinister, film del 2012, cucendogli sulle spalle il primo ruolo di villain. Un ruolo per il quale sono state sufficienti poche parole e una maschera per trasformarlo in un emulo di John Wayne Gacy, serial killer realmente esistito e al quale è ispirato, e protagonista del racconto breve e omonimo scritto da Joe Hill, autore cinquantenne e figlio del maestro del genere horror Stephen King. La comunità nella quale si muove ‘il Rapace’, nell’originale ‘The Grabber’, impersonato da Hawke, richiama sia Gacy, con i palloncini per attirare le proprie vittime, ma crea anche l’inevitabile ponte con IT e con il protagonista del romanzo fiume di King Senior, con una comunità rurale attraversata dalla paura per i figli, tutti possibili vittime di un assassino dalle fattezze innocue. Alla fine la pellicola, che poggia molta della propria capacità di mantenere viva l’attenzione sulla recitazione di un abile esordiente trovato nel quindicenne Mason Thames, non si può derubricare a semplice storia thriller o horror, per via di un telefono non funzionante e che al contrario consente a Finney di mantenere accesa anche la sua ultima speranza. Ma semmai si può giudicare anche e con il passare dei minuti, un viaggio del protagonista dentro di sé. Un viaggio che lo porterà velocemente a cambiare sia il proprio carattere sia l’opinione che ha di se stesso.Film da vedere se amate il genere thriller con una finestra, nemmeno troppo piccola, aperta su uno dei periodi più difficili della vita di ognuno.
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