Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Difficile non pensare che Fellini, anche in questo bellissimo e controverso film, non abbia fatto scuola su registi più giovani,dalla Roma dissoluta e poliedrica de "La grande bellezza" di Sorrentino, piuttosto che al gigante del burtoniano "Big Fish", così simile alla figura della gigantessa (una delle mille "prede" del Casanova). Parallelamente alle sue vicende amorose, scorre un grandioso affresco del settecento europeo, non con l'epica scenografica di un "Barry Lindon" ma restituendo gli aspetti più grotteschi e controversi del periodo barocco (a tal proposito meritatissimo l'Oscar ai costumi, purtroppo alla fine l'unico vinto,il che sorprende solo in parte visto che è comunque un film che può facilmente essere frainteso se non equivocato). Le avventure di Casanova diventano così una grande messa in scena come in un'opera di Mozart, un pretesto per dar modo a Fellini di esercitare la sua consueta visionarietà, e di dar fondo a trovate sceniche tipiche della costruzione teatrale del periodo. A volte il tutto sembra quasi sfuggirgli di mano, sopraffare anche la parvenza più lineare di una trama, strabordare in un caos solo apparentemente ingovernabile (e forse qui, a sprazzi, si vede trasparire una certa resistenza che lo stesso Fellini ebbe ad imbarcarsi in un'impresa del genere). Tuttavia il grande regista romagnolo, nella sua genialità, riesce a ricondurre il tutto ad un continuo ballo in maschera fatto di personaggi stravaganti, ai limiti del grottesco, rendendo alla fine tutt'altro che pesanti le quasi tre ore di visione di un film a suo modo unico.
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