Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Il sesso secondo Fellini. Sempre innocente ed infantile, giocoso ma fin troppo inquadrato come 'disciplina' (un insieme di regole e mosse ben precise da rispettare), il sesso per Casanova in questo film è sostanzialmente uno sport. Pura atletica, ginnastica, muscoli in movimento e nessun sentimento. O quasi. Quei pochi che il protagonista prova sono comunque negati dalle circostanze o dagli oggetti stessi del suo desiderio; non è un caso se il suo ultimo incontro sarà quello con il manichino-bambola a grandezza naturale, ovverosia il suo alter ego femminile: il sesso è inquadrato come una teoria meccanica. Casanova è un personaggio pertanto fondamentalmente triste ed è semplice capire perchè: perchè a Fellini (come dichiarato infinite volte da lui stesso) non piaceva, cosa che, come è noto, lo portò a sfigurare il volto e le fattezze di Sutherland e perfino a provare un certo rancore verso l'attore durante le riprese. E' un rancore che viene tutto trasmesso dal personaggio, tronfio di imprese assolutamente inutili ed accanito amatore principalmente di sè stesso. Tante le scene e le trovate memorabili, felliniane (e 'guerriane', vedi la Mouna di Tonino Guerra), fantasticherie assolute, personaggi sopra le righe, leggendari, le ambientazioni oniriche provenienti da un subconscio di facciata maschilista, ma assolutamente arreso davanti alla donna. Da questo film parte infatti il percorso che condurrà il regista alla Città delle donne; oltre alla citata Mouna si può pensare alla gigantessa o alla bambola meccanica, così come ai vari incontri femminili assolutamente straordinari che Casanova fa lungo la sua esistenza: le basi per il film successivo sono poste, come spesso accade in Fellini. Al di là del fenomeno da baraccone perennemente posto sotto i riflettori (ma è uno spettacolo da osteria piuttosto che da teatro) purtroppo non rimane granchè: tanto Fellini, così poca ispirazione.
Satiro colto e spiritoso, Giacomo Casanova imperversa, a fine XVIII secolo, per Venezia e dintorni. Incarcerato, riesce ad evadere e porta la sua fama con sè in tutta Italia ed Europa. Fra prodezze amatorie inenarrabili ed incontri più o meno fortunati, Casanova finisce i suoi giorni, ormai anziano, come bibliotecario presso un nobile in Boemia.
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