Regia di Ellie Foumbi vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 78 - BIENNALE COLLEGE CINEMA
"La guerra che porti nel cuore non cambierà il passato, non lenirà il tuo dolore. Non è mai troppo tardi per fare del bene. Mai. Siamo dei sopravvissuti. Siamo esattamente uguali. La nostra storia non dovrebbe concludersi così. Le nostre vite possono ancora avere un senso".
Conosciamo Marie, una giovane, dotatissima cuoca di colore, ex profuga giunta in Francia ancora ragazzina dopo un passato controverso e turbolento, e riciclatasi a lavorare presso una casa di riposo in una cittadina montana del sud della Francia.
Un giorno la vita tranquilla della giovane viene stravolta quando le appare di fronte, nel ruolo del nuovo parroco del quartiere, un uomo maturo ma affascinante nelle sembianze del quale ella riconosce il suo antico carnefice: colui che la iniziò alla vita da baby killer che ancora segna la coscienza della donna e che la rende ancora instabile e turbata emotivamente.
L'emozione e lo spavento per quella scoperta la inducono Marie a reagire con gli istinti di odio e vendetta che la donna era convinta di aver accantonato per sempre grazie a quella sua riabilitazione fisica e spirituale in seno alla nuova comunità.
Ma certi traumi si rivelano duri da estirpare, e la vendetta diventa per la donna l'unica soluzione per porre termine a quel ritorno da incubo che ora la assilla e la rende quasi folle.
Strutturato con le cadenze di un vero e proprio thriller, ambiguo e sottile nel discernere le sfaccettature di un disagio mai realmente messo da parte, il film di Ellie Foumbi porta avanti una tematica forte ed eticamente rilevante, in cui si scontrano i principi cardine dell'etica e della religione, con quelli più personali che rendono l'uomo ferito nel fisico e nel carattere come una sorta di belva che agisce istintivamente per la salvaguardia della sua stabilità.
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