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The Survivalist

Regia di Jon Keeyes vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su The Survivalist

di Souther78
4 stelle

Film post-covid-apocalittico, che già di per sè dovrebbe essere conteso tra il genere comico e quello fantascienza, inspiegabilmente però qui classificato come thriller. Trama al di là del bene e del male, e regia perfino peggio. Peccato aver sprecato i protagonisti, un'ambientazione interessante e qualche scena azzeccata.

Non si capisce perchè questo film venga classificato come thriller e Toxic Skies come fantascienza. Non si capisce perchè un film che parla di scie chimiche, che sono visibili e tangibili quotidianamente, dovrebbe essere fantasia, mentre un film post-apocalittico ambientato in un futuro in cui il coviddì ha decimato la popolazione, sarebbe invece un thriller. Sul serio.

 

Sorvolando sulla qualificazione datane da Filmtv, il secondo dubbio che ci assale (il primo, relativamente al film) è il seguente: che cosa ha fatto John Malkovich per finire sul lastrico, e apparire qui?

 

Diverse cose non funzionano, a partire dalla sceneggiatura. Il coviddì mutato, che dallo 0,06% di letalità (ufficiale, quindi falsamente aumentata) è passato a qualcosa come il 90%? Vaaa bene! Ma, poichè la maggior parte di noi (voi) ci crede, probabilmente questo sarà lo scenario cui eravamo (eravate) preparati: l'umanità prossima all'estinzione per un raffreddore. Adesso che anche in TV lo dicono che "si contavano i morti risultati positivi, come se fossero morti causate "da"", forse potremmo fare pace col cervello e ammettere che questa è pseudo-fantascienza, partendo da un simile preambolo. A questo punto, molto meglio il film nostrano in chiave comica, Dio è in pausa pranzo, che ironizzava sui terrorizzati dall'estinzione imminente causa raffreddore: qui, invece, tutto il film poggia su questa premessa come reale. Ciò la dice lunga su tutto il resto...

 

Con la stessa profondità di pensiero, quindi, gli sceneggiatori immaginano una "bella" (raccapricciante, tra l'altro) in fuga perchè ambita ai fini del ripopolamento sulla base di teorie non si capisce nemmeno maturate da dove. Il pregevolissimo doppiaggio italiano, tra l'altro, denota una cura sopraffina, traducendo "breeding" con il pedissequo "allevare". Quando la fanciulla racconta di essere inseguita da uno che la vuole "allevare" veramente si spera che sia una commedia. In realtà il senso è "si vuole riprodurre con me", non "mi vuole allevare". Ma tant'è...

 

Nonostante premesse risibili sotto vari profili, il film avrebbe potuto comunque avere un certo fascino, complice l'ambientazione nei boschi della Pennsylvania e l'atmosfera post-apocalittica, pur abbondantemente inflazionata negli ultimi 15 anni. A spezzare una narrazione già di per sè traballante e tutt'altro che da urlo, ci si mette una serie incomprensibile di flash-back che finisce per durare complessivamente per quasi un terzo del totale. Oltre a essere sconclusionati, quei "siparietti" non interessano, e, anzi, fanno venir voglia di andare avanti veloce per riprendere il filo della trama principale.

 

Protagonista e antagonista non sono certo attori da buttare, e John Malkovich è pur sempre lui... sono il plot e la regia a stroncare qualsiasi speranza: alla fine ciò che resta è soltanto il rimorso di averci sperato, almeno per un attimo.

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