Regia di Virginie Despentes, Coralie Trinh Thi vedi scheda film
Anche in Italia, dunque, il film che ha scandalizzato la Francia, sbarcando nell’austero scenario dell’Assemblea Nazionale come elemento di discussione (censura sì? censura no?). Diretto dalla scrittrice Virginie Despentes, che dell’omonimo libro vendette 140.000 copie, e dalla regista hard-core Coralie Trinh Thi, “Baise moi” racconta di due fanciulle che si strappano a vicenda dalle macerie di una banlieue per un viaggio nel buio senza ritorno. Attraversano l’esagono scopando e uccidendo, non necessariamente in quest’ordine. Ribellione furibonda, apparentemente gratuita, contro un mondo al maschile che lascia solo strascichi di odio e sofferenza. L’operazione è interessante. La Despentes sceglie un punto di vista partecipe (macchina a mano, immagini sporche) ma nello stesso tempo descrive le imprese delle due protagoniste come meccaniche, insensate e straniate. Il tentativo di rendere dolorosa un’immagine hard filtrata da uno sguardo femminile, senza alcun voyeurismo da maschi, funziona poco. “Baise moi” è infatti troppo compiaciuto, “dogmatico” (nel senso di Lars von Trier), algido, e dopo un po’ persino noioso. Voleva essere un violento “Thelma & Louise” per la generazione XXX, ma gli manca la passione (anche quella cinematografica).
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