Regia di Sebastián Lelio vedi scheda film
Ottimo "thriller-drama" di Sebastian Lelio. Bravissima la piccola interprete
L’incipit si apre su di un set cinematografico. Una voce narrante introduce le vicende e la sua protagonista e invita lo spettatore ad “entrare” nella storia, poi prende il via la trama. Siamo in pieno ottocento nelle sperdute campagne irlandesi;l’undicenne Anna O’Donnell, fervente cattolica, malgrado digiuni da oltre quattro mesi, riesce straordinariamente a restare viva e in perfetta salute, con il solo sostentamento della preghiera e di qualche sorso d’acqua. A suo dire si nutre di “manna dal cielo”. Anna, dunque, balza agli onori della cronaca internazionale e diviene meta di pellegrinaggio di curiosi e visitatori. Così, un “comitato di saggi”, composto dal dottore, dal prete del paese e un rappresentante del Comune, decidono di consultare una monaca e un’infermiera, religione e scienza a confronto, l’eterno dualismo, allo scopo di svelare l’arcano.
L’operatrice sanitaria Lis Wright arriva nelle Midland irlandesi, per svolgere la sua singolare mansione, compiendo una sorta di staffetta con una monaca: si avvicendano al fianco della bambina, per sorvegliarla, senza peraltro poter comunicare tra loro le impressioni, cosi come disposto e ordinato dal “consiglio”.
Anna confida a Lis di non mangiare da quando ha compiuto 11 anni, lo stesso giorno in cui ha fatto la prima Comunione, quattro mesi prima.
La fede o per meglio dire l’ossessione religiosa, non è solo prerogativa della bimba ma anche dei genitori che rifiutano di “convincere” la figlia a nutrirsi,in quanto persuasi che lei sia una sorta di “unta dal Signore”, il medico invece ritiene la bimba dotata di poteri particolari per cui si «alimenterebbe di magnetismo» o « trasformerebbe i raggi del sole in energia per il corpo» Un diluvio di corbellerie, spacciate per scampoli di verità. Anna , in preda ad una sorta di delirio mistico, prega 33 volte al giorno, durante il protratto digiuno, non coltiva alcun interesse se non quello “divino”. Lib, donna razionale e pragmatica, però è scettica e vuole andare in fondo al mistero, impone dunque una nuova condotta. Impedisce a chiunque, soprattutto ai familiari di incontrare la bambina. E da quel momento, la piccola inizia a indebolirsi, fino a mettere a repentaglio la sua stessa vita. Così la Wright scopre che ad alimentare Anna non era la «manna dal cielo», ma del cibo masticato dalla madre, che poi lo “passava” nella bocca della bimba, allorquando le dava il bacio della buona notte o del buongiorno. Allucinante il motivo che aveva messo in moto questa “malsana pantomima”: una sorta di espiazione per un peccato incestuoso, commesso da un fratello morto prematuramente, tenuto segreto, ma comunque inammissibile per una famiglia così “osservante” cosi Anna doveva pagare, per un misfatto che aveva subito. Un entroterra di campagna arcaico e solitario; un atmosfera gotico-medievale, in un’epoca, il 1862, in cui il contesto è costruito da superstizioni e credenze popolari spacciate per fede. Trasposizione felice del romanzo omonimo di Emma Donoghue. Sebastian Lelio, il regista, riesce a creare un' atmosfera oscura, di inquietudine, grazie alle splendide inquadrature che mostrano eleganza estetica e al contempo trasmettono un senso di oppressione claustrofobica, complice anche la tagliente asciuttezza della fotografia di Ari Wagner, con lo sfondo delle suggestive melodie di Matthew Herbert; questo coinvolgente e tesissimo “thriller-drama” procede con esasperante lentezza, ponendo il più dilaniante dei dilemmi: credere o non credere, frode sottile o miracolo di fede; santità o imbroglio. Dentro o fuori? È così infatti che il racconto si articola: esattamente come quell’uccellino alternativamente libero o in gabbia, nel giochino ottico donato alla piccola Anna da William, nel prologo. Esattamente come quello spettatore che all’inizio veniva invitato a lasciare la sua realtà per entrare, letteralmente, in quella della finzione. Film impegnativo,ma ipnotico.Da vedere
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta