Regia di Daniel Monzón vedi scheda film
Per chi ha vissuto quegli anni e si è trovato calato in molte delle situazioni qui descritte, la pellicola apre delle ferite che non si rimargineranno mai. Di conseguenza, è fuori luogo e poco affidabile esprimere un giudizio, anche se poi lo stesso discorso si potrebbe fare, mutatis mutandis, più o meno per tutti i film. Non ci si trova di fronte ad un capolavoro, ma ad un'onesta pellicola che ricostruisce con ammirabile fedeltà la vita della fine degli anni settanta non solo per quanto riguarda le tappezzerie, le suppellettili, le acconciature e tutti gli altri particolari delle scenografie, ma anche e soprattutto per la mentalità, il candore, l'ingenuità e la spontaneità che caratterizzavano i rapporti sociali in quel tempo. La stessa ingenuità che a tratti emerge anche nella tecnica della narrazione, unita ad una seppur comprensibile eccessiva drammatizzazione per favorire la spettacolarità della confezione. Le interpretazioni degli attori sono apprezzabili e la mano del regista è dotata di equilibrio, le sue scelte sono sostanzialmente indovinate.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta