Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Un Cronenberg in gran rispolvero, da vedere assolutamente.
Molti registi col tempo perdono mordente, Cronenberg non è decisamente uno di questi. Le nuove tecniche di make-up e gli effetti speciali moderni gli permettono di sublimare il suo rapporto con la carne e col sangue portandolo a un livello ancora più alto di quello degli esordi. Per il resto, gli ingredienti sono quelli che lo hanno sempre contraddistinto: uno sguardo alla fantascienza, una regia attenta, degli attori che nelle sue mani sembrano ancor più bravi del solito (nel caso della Stewart, vista solo in schifezze seriali, si può anche rivalutare ogni giudizio) e un soggetto che crea a sua misura. La trama è discretamente originale: in un futuro in cui il dolore è stato sconfitto, l'uomo si trova di fronte a un'evoluzione del suo corpo e dei suoi costumi. Un'artista decide di creare delle performance utilizzando il corpo di un uomo capace di sviluppare autonomamente nuovi organi, per poi espiantarli durante l'esibizione artistica. Tutto ciò nel contesto di un'umanità che si sta dividendo e che in parte sembra aver sviluppato la capacità di assimilare la plastica, mentre l'altra metà - ormai priva del dolore - sperimenta nuovi percorsi sensoriali attraverso la mutilazione del corpo, scoprendo nuovi e quasi mistici ambiti sessuali.
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