Regia di David Cronenberg vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 75 - CONCORSO
Un ragazzino scopre di trovare soddisfazione nel nutrirsi di plastica, che ritrova su una spiaggia greca ricolma di detriti a seguito di un affondamento di una nave.
La madre, preoccupata ed impazzita di dolore per l'abbandono del padre, finisce per soffocare il bambino, lasciandolo inerte come un trofeo alla pietà del padre.
Parallelamente seguiamo le vicissitudini, sempre più macabre ed oscure, che occupano il tempo di una coppia di artisti il cui marito è afflitto da escrescenze e tumori che lo hanno reso quasi un mutante.
Quasi come a fare di necessità virtù, costoro scoprono, sulla pelle del malato, che le operazioni a cui si sottopone provocano nel paziente un piacere quasi sessuale, e che le interiora umane posseggono un fascino ed una attrazione sessuale che, al confronto, i canoni della bellezza esteriore, fino a poco prima di largo dominio, finiscono per stancare o rivelarsi inadeguati.
Il corpo è il tempio dell'anima, ma la bellezza e l'armonia si trasferiscono, in base a questa rivoluzionaria nuova consapevolezza, dall'artistica esteriorità, alla più cerebrale interiorità.
La performance della coppia è un arte consensuale in cui sì trasforma l'anarchia autodistruttiva del corpo in arte, secondo modalità in cui l'evoluzione della specie finisce per sincronizzarsi alla tecnologia.
Ecco allora che Cronenberg torna a capofitto ad incentrare tutto il suo discorso artistico e cinematografico sulla mutazione corporale, sulle cognizione e presa di coscienza di nuovi orizzonti di piacere, e del concetto di body sex in cui il corpo aperto si trasforma in un involucro che custodisce una forma d'arte, e l'atto di aprirlo e contemplarlo, fino a manipolarlo, fornisce una sensazione di contemplazione pari alla lettura di un poema, e alla più congrua e rispettosa valutazione di un'opera d'arte.
Qualsiasi sia l'evoluzione delle due tortuose e controverse vicende, che ad un certo punto vengono a collidere, questo secondo Crimes of the future di Cronenberg (dopo il film degli esordi del 1970) è un lavoro che concentra su di sé la rappresenta una celebrazione liturgica, eretica sino alla blasfemia, ma artisticamente sbalorditiva.
Cronenberg affronta il percorso sacrificale di una ossessione unica e, per quanto inquietante, travolgente: la stessa che ha reso epocale la carriera di questo straordinario cineasta canadese, capostipite assoluto, ora più che mai con questo film incredibile, del culto pagano del body horror.
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