Regia di Guido Chiesa vedi scheda film
Un film coraggioso e importante, nonostante i difetti e alcune cadute. Il romanzo incompiuto, il brogliaccio di Beppe Fenoglio appare come un testo che si nega, con il suo tessuto frastagliato, all’esplorazione cinematografica che tende inevitabilmente alle semplificazioni e alle tipizzazioni. L’inquietudine del protagonista, l’impasto linguistico, il viaggio dentro i dubbi, le utopie, le tensioni ideali, i giorni, la normalità della guerriglia partigiana, i boschi, le vie di Alba, il paesaggio straordinario delle Langhe rendono incerta e rischiosa la scelta di un unico registro narrativo: struttura epica, cronaca neorealista, western di montagna? La Resistenza è un luogo della memoria e del conflitto politico italiano che suggerisce una presa di posizione: elogio, negazione, demistificazione? La guerra è un soggetto troppo forte e sedimentato e gli effetti speciali, la tecnologia lo hanno trasformato in un genere ricco e asettico. Il regista che ha aperto con “Il caso Martello” la sua istruttoria romanzesca su quegli anni della Storia italiana e lo ha fatto usando l’ancora del presente, questa volta si cala nel flusso di quelle stagioni, di quegli entusiasmi, di quelle contraddizioni e vuole sottrarsi alla leggenda, fare un film che corra veloce come i pensieri del protagonista e come le gambe dei suoi compagni quando vogliono sfuggire alla morte.
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